Reduci dal trionfo non commerciale ma di certo artistico dell’ultimo “Inside The Rose”, i fratelli Barnett vogliono subito tornare ad ammaliarci con un profluvio di musica sempre meno etichettabile: “The Cut” raccoglie una serie di reworking, remix, outtakes, chicche ed esperimenti sonori inediti, composti nell’arco di 3 anni (dal 2016 al 2019).

Probabilmente questa potrebbe essere giudicata un’opera per completisti e fan incalliti dei gemelli dell’avanguardia “rock” albionica.
In realtà , qua e là  scorgiamo nuove interessanti intuizioni.
Il discorso si fa, per forza di cose, molto più dispersivo rispetto all’ultimo album, e insomma rispetto a tutta la produzione dei These New Puritans.
E non solo per la grande quantità  di tracce. Ad ogni modo, qui si spinge ancora di più sul versante astratto e ambientale della loro proposta musicale, offrendo però sempre alcuni nuovi spunti di quell’eleganza insieme angelica e sulfurea che è ormai il loro marchio di fabbrica.

Ospiti prestigiosi ad impreziosire questi “studi” e scarti pregiati, a sposare la visione “new age” (si fa per dire”…) della band, sono OssianBrown dei Coil, Andrew Liles dei Current 93 il cui leader Andrew Tibet era presente nel precedente disco) e la cantante e producer Scintii.

Abbiamo inediti molto suggestivi ma un po’ meno riusciti come”The Mirage” (allestimento vaporoso a base di irregolari sferzate ritmiche, orchestrazioni serpeggianti e canti stralunati di bambini) e molto più convincenti come “Sphinx In Pieces”, che sembra proprio figlia delle sessioni notturne che immaginiamo abbiano partorito gli splendidi affreschi contenuti in “Inside The Rose”.

Scheletriche versioni pianistiche e ariose versioni orchestrali proiettano nuove e insieme conosciute concavità  e così convessità , mostrando alternatamente buchi cosmici da oblio d’eterno e dune chiaroscurate che si offrono come appiglio percercare di risalire sul senso del tangibile.
Abbiamo anche restyling arditi, come nell’esperimento della jungle atmosferica del “When The Trees Are On Fire” (MaenadVeyl Remix), che aggiungono una verve ritmica e più tagliente sostanzialmente assente nella raccolta.

Abbiamo anche momenti di maestosità  aurorale, come nella conclusiva”Intro Tape pt. II”, che rivisita il tema musicale che caratterizzava “Beyond Black Suns” dal precedente Lp, espandondelo fino a lambire landscape di bellezza quasi “aliena”.

“The Cut” è un’opera di per sè forse prescindibile, ma, vista all’interno del progetto “Inside The Rose”, appare come un suo interessantissimo completamento.

Photo: Aurelien Guichard from London, United Kingdom / CC BY-SA