I Moaning, dopo i buoni riscontri ottenuti dal loro omonimo debutto sulla lunga distanza, uscito proprio due anni fa, ritornano questo weekend con il loro sophomore: realizzato ancora dalla prestigiosa Sub Pop Records, il nuovo LP vede alla produzione Alex Newport (At The Drive-In, Bloc Party, Melvins).

Amici e collaboratori già  da una decina d’anni, i tre componenti della band losangelina hanno deciso di attuare un importante cambio nel loro sound, mettendo molto più spesso in primo piano i synth, invece che le chitarre del primo album, che rimangono comunque presenti, in una forma o in un’altra, in praticamente tutte le canzoni di questo nuovo disco.

Allo stesso tempo il frontman e chitarrista Sean Solomon ci fa sapere che è diventato sobrio e forse proprio questa sua importante decisione lo ha spinto a esplorare in questo secondo album un tema molto moderno e fondamentale come l’ansia quotidiana, purtroppo così comune nella mostra società .

Il singolo “Ego”, che serve anche da opening-track, è sicuramente uno dei migliori manifesti della trasformazione del gruppo californiano con quelle sue chitarre post-punk e i suoi synth new wave, mentre Sean canta: “I want to be anybody but myself”. Nonostante la sua atmosfera cupa e il tema piuttosto delicato e duro, la canzone ha comunque i suoi momenti di luce e mette in mostra anche un lato catchy.

Più luminosa e gentile, “Running” è complessa e disinvolta, ricordandoci come sia importante fare parte di qualcosa per evitare la solitudine e l’isolamento, mentre gli ottimi beat di “Fall In Love” ci riportano indietro agli anni ’80, facendoci venire la voglia di danzare, seppure accompagnati dalla malinconia dei suoi suoni.

E se con “What Separates Us” ci perdiamo nei riverberosi ed eleganti synth di Pascal Stevenson, in “Saving Face” troviamo, invece, un’inaspettata apertura pop, comunque dai temi sempre bui.

Alla fine di questi quasi tre quarti d’ora, dobbiamo ammettere che “Uneasy Laughter”, pur non essendo facile da digerire ai primi ascolti, ci soddisfa e, senza snaturare totalmente il suono dei Moaning e richiamando toni vecchi di qualche decade fa, mostra una progressione naturale nel loro cammino. Sarà  interessante vedere dove li porterà  la loro prossima prova.

Photo Credit: Michael Schmelling