I Talk Show sono una nuova band post-punk / new-wave proveniente dal sud di Londra. Erano entrati nel radar della nostra rubrica “Brand New” lo scorso anno, quando avevano pubblicato il loro primo singolo, “Fast & Loud”, realizzato dalla Yala! Records, la nuova etichetta di Felix White dei Maccabees. Dopo aver suonato parecchio nel Regno Unito, aprendo anche per band importanti come Fontaines D.C. e Fat White Family, i londinesi pubblicheranno domani ““ venerdì 27 marzo ““ il loro primo EP, “These People”, che sarà  realizzato da Council Records. Noi ne abbiamo approfittato per contattarli via e-mail e farci raccontare, oltre che del nuovo EP, delle loro influenze, della loro collaborazione con White, del loro processo creativo e delle band per cui anno aperto in questi ultimi mesi. Ecco cosa ci hanno detto:

Ciao ragazzi, come state? Spero che stiate tutti bene. Per prima cosa potreste fare una breve introduzione della vostra band ai nostri lettori, per favore? Da dove proviene il vostro nome? Ha un significato particolare per voi?

Ciao, siamo i Talk Show, ma i nostri amici ci chiamano Harrison (voce e chitarra), George (basso), Chloe (batteria) e Tom (chitarra). Ci siamo conosciuti tutti nel sud-est di Londra, mentre studiavamo qui, abbiamo gli stessi interessi nella live music e nelle performance. Abbiamo iniziato a provare e a cercare un nome. Talk Show ci è venuto in mente mentre eravamo in un pub dopo una delle nostre prime sessioni di prove. Vorrei dirti che è pieno di significati, ma onestamente in quel momento ci sembrava molto cool, anche se Chloe ha passato una settimana a dire che ci chiamavamo Torture perchè non riusciva a comprendere la h strascicata del nord.

Il vostro primo singolo, “Fast And Loud”, è stato realizzato dalla Yala! Records, l’etichetta di proprietà  dell’ex componente dei Maccabees Felix White: come siete entrati in contatto con lui? Penso che sia stato un buon punto da cui iniziare: questa fantastica opportunità  vi ha ispirato e vi ha aiutato ad andare avanti, cercando di migliorare ancora?

Sì, lavorare con Felix e le persone di Yala è stato fantastico. Abbiamo scoperto che Felix si fa sistemare i suoi riccioli dallo stesso parrucchiere che taglia i capelli a Harrison. Non solo è un ottimo parrucchiere, ma ci ha anche fatto conoscere Felix e lui ci ha chiesto di suonare a una Yala Night. Eravamo loro fan da tanto tempo, così è stato un privilegio che ci chiedesse di suonare e subito dopo Felix ci ha detto che voleva realizzare “Fast And Loud”. E’ un sogno diventato realtà  e onestamente non ci potevamo credere.

Il vostro primo EP, “These People”, uscirà  tra pochissimi giorni: siete contenti che la gente lo potrà  finalmente ascoltare? Che cosa vi aspettate? Chi sono “queste persone” a cui vi riferite nel titolo?

Siamo molto contenti di pubblicare il nostro primo EP. Come band siamo sempre stati molto concentrati a riempire i nostri live-set con energia, onestà  e divertimento, quindi è stato molto interessante provare a ricreare / riflettere ciò anche su disco. Speriamo che le persone sentano questa energia, mentre ascoltano il nostro EP. Il titolo proviene da una canzone del cantante belga Jacques Brel, che ha ispirato i Talk Show fin dall’inizio. Ha uno stile di scrittura meravigliosamente diretto e offre una visione candida dei momenti di vita quotidiana e delle persone che sono al suo interno. Harrison scrive la maggior parte dei suoi testi mentre è sui mezzi pubblici, prendendo l’ispirazione dalle pubblicità  e dalle conversazioni che ascolta. “These People” riguarda tutti noi. Siamo queste persone.

Ascoltando “These People”, ho trovato un certo senso di urgenza all’interno delle vostre canzoni, anche quando il ritmo è un po’ più morbido, come accade in “Banshee”: c’è qualche messaggio che state cercando di passare ai vostri fan? Di che cosa parlano i vostri testi? Da cosa sono stati ispirati?

Le canzoni sull’EP affrontano situazioni e sentimenti innati nella nostra società ; tutti noi abbiamo sofferto per colpa di un rifiuto, ci siamo sentiti persi a causa di un lavoro o abbiamo abbandonato dei sentimenti per stare bene. Le band ora stanno sicuramente affrontando le cose in maniera diversa e sembra di essere nel selvaggio west, in particolare per il modo in cui consumiamo la musica. Forse questo si traduce nella creazione di una sensazione urgente, ma credo che sia l’immediatezza con cui suoniamo per catturare il pubblico.

Le vostre canzoni sembrano essere parecchio oscure: pensate che il loro umore possa riflettere i tempi che viviamo?

Sì, colpevoli come accusati. Voglio dire, siamo molto influenzati dalla darkwave degli anni ’80 quindi probabilmente vediamo le cose attraverso una lente oscurata. Penso che, sebbene sia buio, rimanga sempre ottimista e noi vediamo questo come un’osservazione dei tempi che stiamo vivendo, invece che una reazione a ciò. La sorte avversa e l’oscurità  possono essere prevalenti, ma, quando sono abbinati con un ritmo che ti fa muovere, inizi ad avere una visione alternativa delle cose. Come dicevamo prima, Harrison scrive la maggior parte dei suoi testi mentre è sui mezzi pubblici, immersi nella presa della vita moderna, quindi immagino che siano una considerazione di ciò. Onestamente ci piace ciò che facciamo e dove siamo arrivati e vogliamo che tutti voi balliate insieme a noi.

Come funziona il processo creativo nella vostra band? Di solito cosa viene prima, la musica o i testi?

Non lo so, varia totalmente a seconda dei brani. Tendiamo a scrivere molto insieme, così magari qualcuno porta un’idea e poi lavoriamo nella stanza fino a quando non abbiamo una sezione strumentale pronta. In altri casi Harrison ha i testi di una canzone e il resto prende forma da quello.

Quali sono state le vostre principali influenze musicali, mentre stavate scrivendo le canzoni del vostro EP?

Stranamente c’era molta musica elettronica e dance degli anni ’90 in macchina, mentre stavamo lavorando al nostro EP. “These People” non è un disco dance, ma è musica per cui vogliamo alzarci e ballare e band come Faithless e i Beastie Boys ci hanno spinto indubbiamente verso ciò. La linea di basso di “Atomica” è stata ispirata da un suono retrò che puoi trovare nei videogiochi old school. Ci sono alcuni brani davvero ottimi nei vecchi videogiochi; dal punto di vista sonoro sonoro sono piuttosto limitati, quindi è fantastico vedere come sono stati scritti, con tante strane tastiere e toni. Credo di aver cercato di capire la scala musicale da “Bellsprout Tower” (da Pokemon gold / silver), provando a ricavarne qualcosa.

Siete stati in tour con alcune band che mi piacciono molto come Fat White Family, Fountains D.C. e The Murder Capital: che cosa avete imparato da loro? Che esperienza è stata per voi?

In realtà  è stato folle suonare con così tante band che ci piacciono e a cui guardiamo, è stato un privilegio poter suonare con artisti così fantastici. Abbiamo suonato con i Fountains D.C. al loro primo concerto londinese a Dalston, che è stato uno show molto speciale per noi. Da allora li abbiamo guardati diventare una delle migliori nuove band al mondo. E’ così stimolante vedere cose del genere accadere e quindi, sì, ci ha aiutato a concentrarci su ciò che vogliamo ottenere.

Avete qualche nuovo artista da suggerire ai nostri lettori?

Giusto, visto che ci sono tanti fantastici nuovi artisti in questo momento e tutto noi abbiamo tempo, ti facciamo una lunga lista: The Wants, DAMEFRISOR, moa moa, Pet Shimmers, Football FC, The Shuks, VLure, Walt Disco, PVA, Do Nothing, Pottery, Buzzard Buzzard Buzzard, Social Contract, Scalping, Lynks Afrikka.
Spero che questi vi tengano compagnia per un po’ e stateci bene. Grazie Indie For Bunnies per l’intervista!

Photo Credit: Matt Wilder