Strane coincidenze: Daniel Avery e Alessandro Cortini pubblicano “Illusion Of Time”, album collaborativo in cantiere da anni, poche ore dopo l’uscita a sorpresa di “Ghost V: Together” e “Ghost VI: Locusts” dei Nine Inch Nails (Trent Reznor e Atticus Ross in questo caso). Se aggiungiamo che i dieci brani sono stati completati nel 2018 quando sia Avery che Cortini erano in tour proprio con i NIN il cerchio idealmente si chiude e diventano almeno tre i dischi da ascoltare con attenzione in giorni un po’ vuoti e tragici.
“Illusion Of Time” è un album corposo, denso di suoni e d’atmosfera e di ascolti in realtà ne merita molti. Nato seguendo spunti musicali estemporanei, poche note di sintetizzatore o rumori registrati in background, mette insieme l’estro di Daniel Avery come DJ e produttore (di Little Boots, Hercules and Love Affair e Metronomy tra gli altri) e la maestria strumentale di Alessandro Cortini già evidente in “Avanti”, “VOLUME MASSIMO” e in tutta la sua produzione solista.
Brian Eno, Ben Frost sono alcuni artisti che vengono in mente pensando a questi quarantatre minuti. L’inizio oscuro, vibrante affidato a “Sun” e poi ripreso in pezzi abrasivi come “Inside The Ruins” è stemperato da brani delicati e eclettici come la title track o la riflessiva “CC Pad”. Il bel crescendo sognante di “At First Sight” e “Enter Exit” culmina nella solarità di “Water” e in “Stills”, gran finale dal tono sobrio e poetico.
E’ musica riflessiva e affascinante quella di Avery e Cortini, elettronica sperimentale a volte minimalista ma capace di tirare fuori il meglio dagli strumenti e emozionare con classe. Trent Reznor e Atticus Ross hanno ampiamente dimostrato di saper creare colonne sonore evocative, la coppia Daniel Avery – Alessandro Cortini non è certo da meno.