Si vola con i Peel Dream Magazine.

La creatura di Joe Stevens dopo aver già  messo a referto un primo LP (“Modern Meta Physic” nell’Ottobre 2018) e un EP (“Up and Up” lo scorso Novembre) si riaffacciano con questa nuova realizzazione sulla lunga distanza, che per il mercato americano esce per la Slumberland: casa di produzione e il nome della band che ci riporta alla memoria il grande John Peel già  solleticherebbero non poco, se non fosse che gli antipasti sovra richiamati fossero a loro volta riusciti a farci venire la migliore delle acquoline in bocca.

Si vola quindi, grazie a melodie curate e delicate, ornate dalla voce di Jo-Anne Hyun, dove tra chitarre riverberate e vorticose, shoegazing e kraut al punto giusto e dal sapore 90’s a stelle e strisce, synth, organo, droni e drum machine si intarsiano con ottimo gusto e risultato dei più riusciti.

Chitarre che sanno farsi anche meno abrasive e trascinanti (“It’s My Body” o “Do It” con le sue soavi vibrazioni e le bollicine oceaniche) o quasi scomparire a favore di scenari ambientali ed onirici (“Brief Inner Mission”, “Permanent Moral Crisis“), con una Jo-Anne che trova il modo di disegnare coccole sognanti anche quando lenitiva pennella con la propria voce su pezzi come “Too Dumb” dal luminoso quanto regolare incedere. La già  diffusa “Up and Up” chiude i giochi che siamo ancora lì a sognare e svolazzare, tra l’inebriato e l’estasiato.

Per stessa ammissione del loro dominus gruppi come Stereolab e Yo La Tengo sono più che una fonte d’ispirazione, ciononostante i Peel Dream Magazine riescono a sfornare un lavoro che ha una propria personalità  ed un’identità  ben definita, elegante e magnetico, il che non può che strappare applausi convinti da parte nostra.

Credit Foto: Andrew Schilling