è sempre bello trovare, magari da ricerche senza pretese, quel pezzo che ti esalta, che ci si ritrova a saltare come invasati tra la cucina e il salotto, gettandosi sul divano e via di air guitar. Certo, è magnifico, ma poi arrivano i pezzi come “Temporary” dei Nothing In Common e tutto cambia. Il trio di Stoccolma apre il suo EP di debutto con qualcosa che lascia senza fiato: una grazia e una semplicità incantevoli. Tutto è assolutamente misurato, senza forzature e senza toni alzati in modo inutile. Una parsimonia musicale che lascia senza fiato, anche grazie a una melodia struggente. Il resto dell’EP si muove su questa coordinate amabilmente tracciate, con il cuore in mano. La band si muove delicata, quasi sottovoce. A noi resta la pelle d’oca, immobili di fronte a tanta bellezza, perchè usare le parole in certi frangenti è inutile.
Se la traccia che da il titolo all’EP è splendida parabola indie-pop, (con questa ritmica che picchia secca ma si scontra con la dolcezza della voce e la trama melodica dei synth), “Medicine” è invece accostabile ai Sundays di un disco bellissimo come “Static & Silence”, in cui emergeva di più il loro lato pop-folk. In “Better This Way” l’andamento si fa più sostenuto, ma la voce di Alice è ancora carezzevole e ed emozionante.
Una bellissima scoperta. Innamoratevi di loro.