Ah, benedetti difetti. Non ci fossero saremmo tutti uguali. Difetti come punti di forza, prendiamone atto e lasciamocelo dire in faccia, più che terapeutico sarà vero e proprio tuffo nel realismo.
Se ne avete le palle piene di quell’it-pop sbarazzino e risibile, lo stesso contro cui si è scagliato poco tempo fa Alberto Ferrari dei Verdena, allora qui troverete pane per i vostri denti. I Before Bacon Burns prendono la mia prima frase e la mettono in musica, seguendo quei dettami sonori anni ’90 che tanto ci piacevano e, in un certo senso, ci mancano per la rabbia, l’idealismo e la sincerità che mettevano in campo.
Ne risulta un disco che suona come se la Carmen Consoli del primo album si fosse svegliata da un trip di anfetamina e fosse incazzata nera, ma incazzata sul serio. A darle una mano e sfogare la sua rabbia trova solo un tipo alla Giorgio Canali o all’ Andrea Appino e insieme, invece che prendersi a testate fra di loro o dare di matto, decisono di incanalare il tutto in brani che ricchi di un lavoro chitarristico e ritmico vecchia maniera.
Ho reso l’idea? Bene. Non ci sarà certo nulla di nuovo nella faretra di questi ragazzi di Monza, ma le loro frecce, quando colpiscono, lasciano decisamente un segno che brucia concretamente, molto di più delle freccette da bar con la punta in plastica di una band come gli attuali Ministri.