Ascoltando “#NOISE”, il nuovo disco dei Les_Idealisti, non può che venirsi da chiedere il perchè di un titolo così ammiccante a suoni sporchi e distorti per un lavoro discografico intelligentemente calibrato su un giusto dosaggio di parole e arrangiamenti, seguendo il prolifico solco di un certo tipo di folk d’autore che negli anni ha dimostrato di essere grande contenitore di esperienze musicali interessanti, che non smettono di radicare in profondità negli ascoltatori più disparati.
In effetti, il noise sembra essere una sensazione lontana anni luce dal primo ascolto dell’esordio discografico della band capitanata da Antonio Granatiero, voce e chitarra di una realtà musicale attiva ormai da anni su e giù per la penisola, capace di trovare nelle dieci tracce che compongono Noise una dosata alchimia di cantautorato (vuoi per la somiglianza vocale con l’autore bolognese, vuoi per la delicatezza di una penna che pare essere sicuramente ispirata, ma Les_Idealisti sembrano essere nati dalla costola di Samuele Bersani e retti a battesimo da Daniele Silvestri), rock all’italiana tutto cuore rabbia e poesia (echi di Timoria, insieme al buon Finardi) e una buona dose di musica popolare, punto di partenza e porto sicuro delle incursioni musicali della band (“Vino dei desideri”, tra le volate progressive rock di un organo emersoniano e le arrampicate di un basso alla Ares Tavolazzi, trova uno spazio vitale alla vena folklorostica del quartetto con uno scioglilingua dal significato per me oscuro ma decisamente simpatico e coraggioso). Ma, tra le pieghe di un album che certo non pecca di varietà , respirano anche le frequenze saltellanti dal retrogusto ska-reggae alla 99 Posse e Sud Sound System di “Mare mare”, mio brano preferita, e il rock’n’roll istrionico di “Superlove”.
“Gli Idealisti”, quarta traccia del disco, sembra essere il giusto manifesto di un progetto musicale sincero e schietto, che intrattiene ed impegna senza stancare, rassicurando sul lungo corso i dubbi degli ascoltatori più esigenti senza però privarli della curiosità riguardante la legittima speranza di aspettarsi, dalle prossime sortite discografiche, un maggior originalità autorale e stilistica.