Aria di rinnovamento per Katie Stelmanis, fondatrice dei canadesi Austra che dopo un decennio abbondante di vita musicale sceglie di cambiare strada, di allontanarsi da persone e luoghi ormai familiari per ritrovare se stessa, riscoprirsi, reinventarsi. Una rinascita estetica e musicale maturata in “HiRUDiN”, quarto album elegante e sofferto che sembra un lavoro solista se paragonato ai tre precedenti.
Le emozioni, i sentimenti della Stelmanis sono in primo piano e le sue notevoli doti vocali (ha studiato opera e canto lirico per tre anni) vengono messe in risalto dal falsetto malandrino di “Anywayz” capace di tratteggiare con grazia momenti tristi mascherati appena dalla veste synth pop di un brano orecchiabilissimo. L’aplomb e la sincerità di “HiRUDiN” sono disarmanti, anche quando il tono diventa drammatico come in “All I Wanted”, “Your Family” o nella piccola apoteosi di “How Did You Know?”.
La prima parte dell’album si chiude con la movimentata “Risk It” e le cose cambiano ancora in una “It’s Amazing” delicata e esplosiva allo stesso tempo. La giocosità apparente del singolo “Mountain Baby” con il coro della Wilkinson Public School di Toronto e la voce di Caila Thompson-Hannant / Cecile Believe nasconde mille gemme sonore, in un duetto molto fine.
“I Am Not Waiting” trascina col suo ritmo sostenuto e apre la strada alle confessioni a cuore aperto di “Messiah” che chiude i giochi con classe. Un quarto album conturbante, personale e di gran personalità , molto diverso da “Future Politics” ma altrettanto valido. Katie Stelmanis conferma di essere una delle artiste più mature della sua generazione, capace di unire generi e stili in un mix raffinato e intenso.
Foto credit: Virginie Khateeb