Arriva al debutto solista Katie Harkin, con l’album che porta il suo nome (o per essere precisi, il cognome), dopo lo scioglimento della sua band Sky Larkin avvenuto nel 2013.
In questi anni Harkin ha girato il mondo come polistrumentista (se la cava piuttosto bene con chitarre, basso, tastiere e batteria) nei tour di Sleater-Kinney, Wild Beasts, Kurt Vile e Courtney Barnett partecipando alle registrazioni dell’album ” Out in the Storm” di Waxahatchee.
L’album è stato registrato in varie sessioni, durante i suoi vari tour, tra New Jersey, Sheffield e Los Angeles. L’artista originaria di Leeds ha quindi (e finalmente) trovato uno spazio per sè e come una moderna cenerentola anche la propria personale rivincita.
Rivincita che non appartiene al mondo delle fiabe e dei principi azzurri ma a quello a lei più congeniale, quello della musica. Un album vario che in dieci tracce ci fa conoscere una Harkin diversa da quella che ci aveva lasciato con gli Sky Larkin. Brani rock dalla forte impronta pop come ” Nothing the Night Can’t Change”, “Up to Speed” o la opener “Mist on Glass” con il suo riff danzereccio si alternano a episodi più sperimentali (“Red Virginia Creeper”, “New France” e se vogliamo “Sun Stay With Me”) e a brani decisamente introspettivi come “Charm and Tedium” cantata con il solo accompagnamento di una chitarra dal suono sporcato da una distorsione appena accennata e da riverberi cavernosi. Possiamo alzarci e ballare sulle note di “Dial it In” dove Stella Mozgawa (Warpaint) ha collaborato con la sua batteria. Con Stella, Jenn Wasner al basso (Wye Oak, Flock of Dimes) ha tessuto il supporto ritmico dell’album.
Armata della sua Telecaster, Harkin salirà sul palcoscenico dove il suo nome figurerà finalmente sulla locandina dell’evento. Siamo convinti che il non avere avuto fretta nel buttarsi nella carriera solista subito dopo lo scioglimento della sua band abbia alla fine portato i suoi vantaggi. Aver collaborato con artisti di primo piano ha sicuramente dato alla cantautrice inglese una marcia in più. Forse è arrivata un poco in ritardo a questo appuntamento ma come diceva quel mio amico irlandese a proposito di una sua zia: “…era sempre in ritardo, per principio, essendo una delle sue teorie che la puntualità è la ladra del tempo“.