Ricordo come se fosse ieri l’uscita di “Wishville”, peraltro difficile dimenticare le devastanti critiche che si portò dietro. All’epoca Pitchfork lo definì addirittura un abominio ed oggi è considerato un disco di cui si può e si deve fare a meno.

A questo punto vi starete chiedendo   perchè celebrare un album che per la quasi totalità  della critica fu un così eclatante fiasco.

Mah, sostanzialmente per due ordini di ragioni. In primo luogo perchè si tratta del ventennale, un compleanno importante quindi, dell’ultimo album della band di Yarmouth. In secondo luogo, ancorchè “Wishville” è senza ombra di dubbio il disco più debole della band tuttavia non rappresenta, a parer mio, un così terribile disco nel complesso.

Certo, il biglietto da visita, l’opener “Sparks Are Gonna Fly”, è davvero uno dei peggiori mai ascoltati, un brano monocorde senza slancio, ripetitivo ed inutilmente insistente che, insieme a “What We Want” si contende lo scettro di peggior brano dell’album. In queste due tracce si sente tantissimo la mancanza dello storico bassista Dave Hawes, che aveva lasciato il gruppo l’anno prima. Beh, una rondine, in questo caso due, non fa primavera, si dice, peccato però che “Wishville” è un mini album perchè contiene “solo” nove tracce.

Ma per la serie la speranza è l’ultima a morire ed ecco subentrare qualche barlume di lucidità  in Dickinson quando intona il singolo “Gasoline” dotato di un buon refrain ma anche dell’altro singolo, “Mad dog”, una poppeggiante ballata che si lascia in fin dei conti gradevolmente ascoltare, magari inserita in qualche playlist.

In realtà , non sono nemmeno questi i riferimenti di questo disco perchè per chi ha nostalgia dei bei tempi che furono si dovrà  necessariamente affidare nel shoegazing a tinte pop di “Lifeline” o in “Ballad Of A Running Man” che rappresenta, quest’ultimo, il miglior pezzo dell’album. Ma non solo. Infatti, nella lista entrano di diritto una deliziosa “All of That” ed una cupa ed introspettiva “Idle Life” mentre la psichedelica closing track “Creme Caramel” ci riporta ai fasti di “Adam and Eve”, congedandosi così ai loro fan nel migliore dei modi.

Il canto del cigno di una grande band come i Catherine Wheel di certo non doveva essere questo e probabilmente il buon vecchio Rob avrebbe dovuto fare di più, soprattutto in termini di scrittura che qui appare scialba, anche perchè conosciamo bene le doti di paroliere del frontman britannico.

Ma ripeto, nonostante tutto, “Wishville” non è, a mio modo di vedere, un disco da trascurare; mettervi le cuffie e riascoltatelo senza pregiudizi. Vi piacerà . Ne sono certo. E poi, siete in qualche modo “obbligati” a concedere la giusta dose di riconoscenza ad una band che ha saputo farsi strada con il suo riconoscibile shoegaze (andate a riprendervi “disconi” come “Ferment” o “Chrome”) mentre il grunge di Seattle e il Brit-pop d’oltremanica si contendevano followers a suon di hit!

Pubblicazione: 23 maggio 2000
Durata: 40:29
Dischi: 1
Tracce: 9
Genere: Indie-rock, shoegaze, alternative
Etichetta: Columbia Records
Produttore: Rob Dickinson
Registrazione: nel 1999 all’Helioscentric Studio in Rye, East Sussex, Inghilterra

Tracklist:
1. Sparks Are Gonna Fly
2. Gasoline
3. Lifeline
4. What We Want to Believe In
5. All of That
6. Idle Life
7. Mad Dog
8. Ballad of a Running Man
9. Creme Caramel