I Seapony si erano sciolti nel 2015, dopo l’uscita del secondo album, “A Vision”, ma erano tornati nel 2017 con un EP, “Be Here Again”: da allora non avevamo avuto più notizie di loro, ma il loro chitarrista Danny Rowland ha continuato la sua attività con il suo progetto, Space Daze, iniziato nel 2014, pubblicando nuovo materiale quasi ogni anno.
Per il musicista dello stato di Washington quello uscito in questo weekend è l’album numero quattro a cui si aggiungono una manciata di EP e di singoli.
Questo nuovo viaggio, di appena ventisei minuti, parte con la dolce “Black Friday”, che ci regala splendidi attimi di dolcezza melodica, semplice e con gradite chitarre ““ accompagnate da qualche spruzzata di synth – che sprigionano un senso nostalgico e malinconico verso l’estate e il sole: se vogliamo fare un paragone, ci tornano in mente i Real Estate.
Molto soft anche “Get By”, in cui si notano il drumming veloce e i suoi sentimenti messi ben in evidenza dai vocals di Rowland, mentre nella successiva “Sunday Afternoon”, sebbene la voce del musicista di Seattle rimanga molto calma e sia quasi sussurrata, possiamo godere di calde ed eleganti influenze tropicali, create soprattutto grazie all’aiuto delle percussioni.
Molto bella anche “Drag”: lo-fi e strumentalmente molto scarna, la canzone, pur con la sua atmosfera piuttosto cupa, arriva subito nel cuore di chi ascolta.
Interessante l’esperimento “Mystical Sun”, che chiude il disco con tre minuti strumentali, passeggiando allegramente su luminosi e spaziosi territori country dalle vene psichedeliche e anche in questo caso rimaniamo piacevolmente colpiti dalla gentilezza del pezzo.
Questo “Phantosmia” è senza dubbio un album molto gradevole, che non solo ci fa innamorare delle sue ottime melodie, ma ci convince, mettendo in mostra la visione musicale di Space Daze, che risulta sicuramente ben più larga del semplice genere che segue.