Che cosa ti è successo, caro Sting? Perchè, a un certo punto della tua fortunata carriera, quasi tutto è iniziato ad andare allo sfascio? Come hai fatto a passare da un disco come “The Dream Of The Blue Turtles” alla malriuscita esperienza folk di “If on a Winter’s Night”…”, al flop del musical “The Last Ship” e al rock geriatrico di “57th & 9th”? Per non parlare poi della decisione di andare a resuscitare Shaggy per l’agghiacciante album collaborativo “44/876” o di quella ancor più recente di riregistrare (male) alcuni tuoi classici del passato.

Il tracollo artistico dell’ex frontman dei Police, seppur avvenuto in maniera lenta e irregolare, ha finito con lo spezzare i cuori di quelle migliaia e migliaia di fan che confidavano nello straordinario talento di un musicista colto e professionalmente ineccepibile. Non dico che, nel corso degli anni, non vi siano stati timidissimi segnali di ripresa sparsi qua e là : qualcosina da “Brand New Day” si può salvare, tanto per fare un esempio.

Credo però resti innegabile il fatto che, dopo l’ottimo “Ten Summoner’s Tales” del 1993, l’interesse del buon Gordon Sumner nello scrivere canzoni anche solo piacevoli da ascoltare sia letteralmente svanito. Che sia stata la scoperta del sesso tantrico a spingerlo verso occupazioni più appaganti? O l’aver acquistato una mastodontica tenuta in Toscana lo ha convinto a dedicarsi anima e corpo alla coltivazione dell’orto, tralasciando tutto il resto? Non spetta a noi trovare risposte.

Ora come ora, l’unico sollievo che possiamo concederci è quello di andare a rispolverare i lavori dello Sting trentenne: un artista creativo e coraggioso che, all’alba dell’era grunge, non ebbe paura di bollare il rock come un genere reazionario, chiuso alle contaminazioni e immobile nella difesa a oltranza di un’inesistente purezza sonora.

Ok, magari nessuno definirebbe “The Dream Of The Blue Turtles” un’opera intrisa di verve giovanilistica, nè tantomeno una raccolta di brani visionari e rivoluzionari. L’esordio solista del cantante e bassista dei Police è però una grande prova di gusto e maestria musicale che, senza eccedere nel pretenzioso, riuscì a dare un volto raffinato e “istruito” al pop rock d’alta classifica di metà  anni ’80.

Avvalendosi del prezioso contributo di alcuni tra i migliori sessionmen dell’epoca, Sting tentò l’impossibile: infondere un valore culturale superiore al mainstream. Tuttavia, non lo fece con la spocchia tipica di chi si crede più capace degli altri: lo fece con un piglio quasi post-moderno, mosso quindi dal desiderio di unire musica “alta” e musica “bassa” in un indissolubile legame segnato da armonia, ironia e leggerezza.

Ognuna delle dieci tracce di “The Dream Of The Blue Turtles” sembra seguire umori e percorsi stilistici differenti: se il soul/gospel di “If You Love Somebody Set Them Free” e il reggae di “Love Is The Seventh Wave” hanno un che di colorato e divertente, il mood apocalittico di “Russians” non può non trasmettere un forte senso di dramma, reso ancor più intenso dallo splendido tema “rubato” al compositore sovietico Sergej Prokofiev.

Le stesse dinamiche caratterizzano il resto del lavoro: alle languide note di piano elettrico di “Children’s Crusade” subentra lo shuffle indiavolato di “Shadows In The Rain”, che avanza imperterrito come una jam session senza fine. Se la linea di walking bass che contraddistingue “Moon Over Bourbon Street” potrebbe sbucare fuori dalla colonna sonora di un film noir, i ritmi più sostenuti di “Fortress Around Your Heart” forse non sfigurerebbero in un ipotetico sesto album dei Police.

Tutto in questo disco indica quindi una sorta di tensione perenne verso suoni mutanti, indefinibili e al tempo stesso accomodanti. Dietro una facciata smaccatamente pop, “The Dream Of The Blue Turtles” nasconde sprazzi di jazz, fusion, blues, pseudo-classica, new wave e world music. Un mix di generi e linguaggi discrepanti a cui uno Sting particolarmente ispirato riuscì a dare un senso compiuto. Peccato non essersi mantenuti su simili livelli.

Sting ““ “The Dream Of The Blue Turtles”
Data di pubblicazione: 1 ° giugno 1985
Tracce: 10
Lunghezza: 41:40
Etichetta: A&M
Produttori: Sting, Pete Smith

Tracklist:
1. If You Love Somebody Set Them Free
2. Love Is The Seventh Wave
3. Russians
4. Children’s Crusade
5. Shadows In The Rain
6. We Work The Black Seam
7. Consider Me Gone
8. The Dream Of The Blue Turtles
9. Moon Over Bourbon Street
10. Fortress Around Your Heart