Il 1 ° gennaio 2018 Jeff Rosenstock aveva pubblicato a sorpresa il suo terzo LP, “Post-“, mercoledì scorso, sempre senza alcun preavviso, il musicista di Long Island ha realizzato anche il suo nuovo album, “No Dream”, prodotto da Jack Shirley (Deafheaven, Joyce Manor).
Il disco, che è uscito per Specialist Subject Records in Europa e Polyvinyl negli Stati Uniti, vedrà la sua release fisica solo a fine luglio, ma è già disponibile in versione digitale (il 10% delle vendite digitali andrà all’associazione benefica vegana e vegatariana Food Not Bomb).
Numerosi i gruppi in cui Jeff ha suonato o in cui ancora suona (come gli Antarctigo Vespucci, il suo progetto insieme a Chris Farren), così come le sue collaborazioni con altri musicisti, ma ora era il momento giusto per concentrarsi di nuovo sul suo progetto solista con Rosenstock che ci fa sapere che molto di ciò che si trova sul suo nuovo album “viene dall’ansia che ho provato negli ultimi due anni, questa crisi esistenziale di chiedermi chi sono.”
Tredici canzoni per quaranta minuti (una media quasi perfetta di tre minuti a canzone) e, dopo aver premuto il tasto play su Spotify il delirio inizia: aggressivo, cortissimo (sotto il minuto di lunghezza), “NO TIME” ci ricorda il Frank Turner più vero, quello in cui appaiono ancora le sue origini punk, mentre la melodia, il divertimento, le chitarre a ritmi folli e la voglia di pogare e sudare non possono mancare.
Se “Leave It In The Sun” sembra trasportarci nel punk-pop più bello e pulito di inizio anni ’90, la title-track “NODREAM” parte molto tranquilla e lo-fi per poi esplodere, aumentando in maniera esponenziale la sua velocità , ma anche mettendo in luce la parte più emotiva di Rosenstock.
“*** BNB”, dopo un inizio riflessivo, mostra il suo carattere power-pop che ci fa ritornare in mente i primi Weezer con queste potenti chitarre fuzzy e quei bellissimi cori che ci ricordano i migliori Cribs.
Molto interessante anche lo spunto di “Old Crap” che dopo pochi secondi puo’ sembrare quasi un pezzo folk, ma lasciare poi spazio a numerosi e potenti virtuosismi chitarristici math-rock davvero apprezzabili; emotivo e melodico, infine, “Ohio Tpke”, chiude il disco con una notevole dose di eccitazione e di adrenalina.
Un disco davvero piacevole questo “No Dream” che ci fa vedere ancora una volta quanto sia apprezzabile il lavoro di Jeff nel creare e costruire le sue canzoni, belle, divertenti, punk ed esaltanti, ma certamente non banali.
Photo Credit: Christine Mackie