Torna anche Lobina ad accarezzare la scena con il solito piglio deciso a cui ci ha abituato con le precedenti uscite discografiche, dimostrando di avere la tempra giusta per affermarsi come nome emergente della sempre più convincente scena femminile: la cantautrice ligure sforna un buon EP dal titolo “Clorofilla”, nel tentativo di mettere in moto nell’ascoltatore la giusta fotosintesi necessaria a lasciar esplodere la primavera tra le pieghe e le piaghe di quest’estate infernale, e tremendamente invernale.
I riferimenti di Lobina sono nascosti in piena vista nell’utilizzo di una vocalità convincente, che ricorda Elisa ed impegna con garbo nell’ascolto di testi ben scritti e funzionanti, oltre che funzionali: i cinque brani dell’EP diventano un percorso tra gli ostacoli del cuore, scavallati ogni volta da volute melodiche convincenti a colmare il gap di una produzione non sempre – forse – efficace a dare la giusta originalità ad una scrittura interessante, che ha bisogno di distaccarsi dai riferimenti impliciti nella sua stessa fibra senza appoggiarsi in comfort zone che rischiano di sminuirne il valore identitario.
Nel complesso, un buonissimo lavoro, capace di dare tonicità al venerdì d’uscite con la giusta attitudine. Brani preferiti: “Molecole” e “Caos”, vera e propria perla dal respiro – a tratti – quasi fossatiano.