Prima dei Wilco e dei Son Volt ci sono stati gli Uncle Tupelo fondati da Jeff Tweedy, Jay Farrar e Mike Heidorn a fine anni ottanta in quel di Belleville, Illinois. Un trio capace di mescolare agilmente mondi all’epoca lontani come la tradizione americana e l’impeto di certo punk rock (Hà¼sker D༠e soprattutto Minutemen) senza dimenticare la lezione imparata dai Meat Puppets.
Le 15.000 copie vendute dall’esordio “No Depression” (titolo preso in prestito dall’omonimo brano della Carter Family proposto come cover) uscito nel 1990 per l’etichetta indipendente Rockville Records erano una cifra ragguardevole, più che sufficiente a creare curiosità oltreoceano in un periodo in cui a dominare erano altri ritmi. Sonorità che gli Uncle Tupelo avevano ascoltato con attenzione come dimostra la scelta dei produttori Sean Slade e Paul Q. Kolderie, già collaboratori dei Dinosaur Jr. in “Bug”.
Sono stati proprio Slade e Kolderie a convincere Tweedy, Farrar e Heidorn a rinunciare all’armonica suonata nei demo in favore della pedal steel (affidata a Rich Gilbert degli Human Sexual Response). Gesto piccolo ma quasi rivoluzionario, che ha reso lo stile degli Uncle Tupelo accessibile a un pubblico più ampio segnando la nascita di quello che è poi stato chiamato alt ““ country.
Niente sarebbe successo senza la forza di brani come l’energica “Graveyard Shift” o “Factory Belt” ispirata dalla chiusura della Stag Beer Factory di Belleville e la grintosa “Whiskey Bottle” che parlava di alcolismo e della vita in una piccola città vissuta con la voglia di scappare (“A long way from happiness / In a three-hour-away town / Whiskey bottle over Jesus / Not forever just for now“).
Le voci di Farrar e Tweedy cercavano una via d’uscita da un futuro già scritto con la rabbia di “Outdone” e il realismo di “Screen Door” e “Train” (“I’m twenty-one, and I’m scared as hell / I quit school, I’m healthy as a horse / Because of all that I’ll be the first one to die in a war“). Trent’anni dopo “No Depression” resta una fotografia sonora potente e per nulla sbiadita dell’America dove il sogno si è spento o non è mai arrivato.
Data di pubblicazione: 21 giugno 1990
Registrato: 21″“31 gennaio 1990 Fort Apache South, Boston
Tracce: 13
Lunghezza: 41:41
Etichetta: Rockville Records
Produttori: Sean Slade e Paul Q. Kolderie
1. Graveyard Shift
2. That Year
3. Before I Break
4. No Depression
5. Factory Belt
6. Whiskey Bottle
7. Outdone
8. Train
9. Life Worth Livin’
10. Flatness
11. So Called Friend
12. Screen Door
13. John Hardy