Arriva a sorpresa il ritorno discografico dei My Morning Jacket. Cinque anni dopo “The Waterfall” ecco “The Waterfall II” che raccoglie diversi brani registrati nel 2013 e 2014 insieme ai dieci che poi hanno fatto parte del primo capitolo, recuperati e rielaborati durante i mesi di stop forzato causa pandemia.
Era cosa nota che quelle session passate in buona parte ai Panoramic House Studios di Stinson Beach (California) e completate tra Oregon e Kentucky con il produttore Tucker Martine fossero state particolarmente feconde e fortunate, l’idea poi accantonata infatti era quella di pubblicare un triplo album.
Progetto solo rimandato invece, fino ad oggi. Sette inediti e tre pezzi già pubblicati: il dinamico singolo del 2016 “Magic Bullet” col suo ipnotico groove; “The First Time” che abbelliva la colonna sonora della sfortunata serie “Roadies”; la struggente “Welcome Home” suonata in una I Tunes Session nel 2011.
Un secondo capitolo meno vario del predecessore, più incentrato sul lato intimo e alt country dei My Morning Jacket che su quello psichedelico (comunque ben rappresentato dalla solida e invitante “Wasted” che da sola vale l’ascolto) ma capace in ogni caso di regalare alcune belle canzoni.
Due carezze tra gospel e Wilco (“Spinning My Wheels” e la piccola jam “Still Thinkin'”) il divertimento in salsa country elettrico di “Climbing the Ladder”, una ballata delicata e intensa dal cuore stellato e floydiano come “Feel You”, la ritmata “Beautiful Love (Wasn’t Enough)”.
Troppo poco, troppo tardi? Sarebbe veramente crudele pensarlo. “The Waterfall II” è stato assemblato in fretta, con i mezzi che i MMJ avevano a disposizione visti i tempi cruenti e il suo lavoro lo fa pur non raggiungendo gli alti livelli di “The Waterfall”.
Non resta che godere del buono che c’è: le già citate “Wasted” e “Feel You” ad esempio e l’eleganza delle melodie di “Run It” che ha il DNA della b-side nascosta e molto amata. Un regalo di Jim James e soci aspettando il possibile (probabile?) capitolo tre e i live che prima o poi seguiranno.
Credit foto: Danny Clinch