Con una punta di ironia definisce il proprio genere post-whatever: ed è davvero calzante l’etichetta che Billy Nomates, giovane musicista inglese, sceglie per sè e per il suo album d’esordio, un riuscito sposalizio di approcci che spaziano dal post-punk al pop alternativo, passando per la no-wave e l’elettro-rap più scuro, con gusto, energia e stile.
I primi segnali già nel 2019 ed ecco che l’ex Portishead Geoff Barrow mette gli occhi addosso alla brava Tor Maries (questo il nome di battesimo) e la prende sotto l’ala protettrice della propria Invada Records. E del batterista, adesso padrone di casa Beak>, c’è da fidarsi.
Se il campo da gioco principale è quello di un post-punk elettrolitico ed inquieto, l’inglesina si mette in mostra riuscendo a dilatare il perimetro con il suo talento, mischiando approccio da spietato crooner ad intenzioni melodiche che trovano inneschi dei più catchy. Coriacea e cazzuta, senza paura però di mettere a nudo il proprio lato più emotivo e sensibile.
Se alla mente il corrispettivo maschile che per primo può venire in mente è quello con i Sleaford Mods, ecco che lo stesso Jason Williamson appare in “Supermarket Sweep”, non lesinando di complimenti per l’artista. Ma è in brani come “No” e “FNP” che la Maries meglio sfoggia tutto il suo carattere e la qualità della propria offerta.
Prendete ed ascoltatene tutti, di Billy Nomates ne risentirete parlare.