Non c’è molto bisogno di parole per parlare di Mary Chapin Carpenter, vera e propria icona del country-folk statunitense: attiva sin dagli anni ’80 la songwriter nativa di Princeton, New Jersey, nella sua lunga carriera ha pubblicato già quattordici album e ricevuto ben cinque Grammy Awards oltre ad altri numerosi riconoscimenti nel campo della musica country.
Questo suo quindicesimo LP, arrivato ieri per Lambent Light Records / Thirty Tigers, segue di oltre quattro anni il precedente, “The Things That We Are Made Of”, ed è stato scritto nella sua casa nella Virginia e poi registrato ai Real World Studios di Peter Gabriel a Bath insieme al famoso produttore Ethan Johns (Ray LaMontagne, Paul McCartney, Kings Of Leon): i temi che Mary tocca nei suoi testi, invece, sono piuttosto universali come la perdita, l’amore, il dolore, la mortalità e l’invecchiamento.
“Farther Along And Further In” apre il disco nella maniera più gentile possibile con una chitarra appena pizzicata accompagnata da un morbido piano e da un drumming sottile, mentre, tra le melodie belle e leggere da lei create, la statunitense si pone domande esistenziali sulla vita.
Il tono si fa meditativo in “All Broken Hearts Break Differently”: il piano e una batteria dai ritmi molto bassi supportano la voce piena di sentimenti della Carpenter che raccontata del dolore della perdita quando le relazioni purtroppo giungono al termine.
Una delle tracce più lunghe del disco (oltre sei minuti) è anche una delle nostre preferite: stiamo parlando di “American Stooge”, un brano dai sapori rock-blues (ottimo il lavoro della chitarra di Duke Levine) che critica certi politici che cambiano le loro idee a seconda di ciò che gli viene più comodo, mandando ovviamente in rovina la nazione.
Un leggero fingerpicking accompagna il piano nella dolce, tranquilla e riflessiva “Nocturne”, in cui Mary torna ai suoi ricordi con vocals di rara emotività , mentre la gentile ballata “Asking For A Friend”, basata ancora una volta sul piano, ha toni cupi, dolorosi e meditativi e racconta di una relazione purtroppo finita male.
Il disco si chiude con “Between The Dirt And The Stars”: il mood è positivo e si possono ascoltare numerosi assoli di chitarra di eccellente valore. Mentre il panorama si fa più luminoso, la musicista di stanza nella Virginia spiega come la musica ci possa aiutare a gestire il dolore e a guarire da esso.
“The Dirt And The Stars” è un album generoso, sincero, sensibile, ben suonato e, come sempre, di grande qualità per Mary Chapin Carpenter: la classe della cantautrice nativa del New Jersey rimane intatta con il passare degli anni e ancora una volta la statunitense è capace di regalarci emozioni e sentimenti che rimarranno a lungo.
Photo Credit: Aaron Farrington