“Up to Our Hips” aveva raggiunto un discreto successo di pubblico, ma i Charltans non erano ancora arrivati a fare il botto. Nel 1995 però l’aria che si respira in UK è quella del britpop e i tempi sono maturi, anche per Tim Burgess e soci, per portare a casa il meritato successo. A fine 1994 un EP anticipa il quarto lavoro dei ragazzi del West Midlands e i riflettori si accendono in maniera intensa, forse come non mai, su di loro. I Charlatans sono pronti a (ri)dire la loro a voce alta, forti di una riconosciuta bravura, delle conoscenze giuste (e dei posti giusti frequentati) e di un frontman adorabile che, in periodo come quello degli anni ’90, in UK è davvero quello che serve.

Il disco omonimo esce a fine ogosto 1995, in quella che per molti è annata davvero memorabile. Il quarto album della formazione inglese andrà  al primo posto in classifica UK dei dischi più venduti, trascinato da un paio di singoli micidiali come “Crashin’ In” e “Just When You’re Thinkin’ Things Over”.

Il sound del disco risente decisamente dello spirito chitarristico del momento. La tastiera, prima punto di forza, ora lavora più di accompagnamento ed è quasi paradossale che nel periodo di massimo splendore del britpop i Charlatans vadano in vetta alla chart con un lavoro che risente, invece, molto di influenze made in USA.

I Charlatans tra psichedelia, qualche rimando agli Stones e agli anni ’60 veleggiano sempre bene, cambiando mood e piglio con grande facilità . Per una “Just Lookin”, spigliata, semplice e condotta in porto dall’acustica su cui l’elettrica disegna ottime rifiniture, abbiamo una “Just When You’re Thinkin’ Things Over” ciondolante, ballabile e irresistibile. “Crashin’ In” è tutta basata su una chitarra sporca e l’organo che lavora molto sotto traccia. Il connubio ‘acustica (accenni elettrici) e piano’ si ritrova anche nella morbida “Tell Everyone”, ma le cose vanno bene anche quando sembrano saltare fuori i Charlatans di “un tempo”, vedi “Bullet Comes”, in cui l’organo ritorna a guidare il giro di giostra. “Toothache” ha una chitarra acidissima (e una parte centrale in cui l’organo prende le redini del pezzo in mano) che però non è sostenuta da una melodia molto incisiva, più forma che sostanza.

La parte finale dell’album è un po’ come l’inizio, non brutti pezzi, ma nemmno i colpi da 90 che ci ha regalato la parte centrale del lavoro: canzoni come “Feeling Holy” o “No Fiction” non entrano certo nella storia delle cose più belle o accattivanti del gruppo, idem le due strumentali poste come primo e ultimo brano.

Alla fine non abbiamo paura nel definire “The Charlatans” come ottimo custode di alcuni singoli veramente strepitosi della band e perfetto trampolino di lancio per quello che sarà  il favoloso “Tellin’ Stories”, l’album per eccellenza dei Charlatans.

Pubblicazione: 28 agosto 1995
Durata: 52:05
Dischi: 1
Tracce: 12
Genere: Rock alternativo, Britpop
Etichetta: Beggars Banquet Record

Tracklist:

Nine Acre Court ““ 3:45
Feeling Holy ““ 5:16
Just Lookin’ ““ 3:49
Crashin’ In ““ 5:02
Bullet Comes ““ 5:25
Here Comes a Soul Saver ““ 3:23
Just When You’re Thinkin’ Things Over ““ 4:51
Tell Everyone ““ 3:32
Toothache ““ 5:16
No Fiction ““ 3:58
See It Through ““ 4:08
Thank You ““ 3:34