Il nostro sabato sera si chiude con un concerto degli Idles: la band di Bristol purtroppo non ha ancora organizzato nessun tipo di live-show per il pubblico per il 2020 (il suo tour del Regno Unito previsto per la prossima primavera, invece, è già abbondantemente sold-out) e si esibisce, invece, in streaming da una sala dei mitici Abbey Road Studios di Londra per tre attesissimi set.
Noi assistiamo al primo, che segna il ritorno del gruppo inglese su un “palco” dopo lunghi mesi: un tappeto persiano steso in mezzo alla stanza è il posto in cui Joe Talbot si muoverà maggiormente, mentre i suoi quattro colleghi sono disposti sui lati.
Il loro terzo album, “Ultra Mono”, è ormai in arrivo tra meno di un mese (25 settembre via Partisan Records) e questa sarà anche l’occasione per testare due nuovi brani live, mentre il resto del set sarà diviso equamente tra gli altri due LP.
Per ritornare a un mondo con una parvenza di “normalità ” cosa meglio di “Heel / Heal”, la opening-track del loro debutto full-length “Brutalism”? La folle e grintosa voce di Talbot sembra voler sfogare quella rabbia che ha dentro da mesi di assenza dal palco: la sezione ritmica, composta dal barbuto bassista Adam Devonshire e dal batterista Jon Beavis, poi mostra tutta la forza distruttiva che la band post-punk di Bristol puo’ avere.
Il nervosismo e la tensione, però, possono giocare brutti scherzi, come succede sia in “Stendahl Syndrome” che nella nuovissima “Kill Them With Kindness”: in entrambi i casi Joe sbaglia la parte iniziale ed è costretto a ripartire, ma sono errori a nostro avviso futili che non intaccano la qualità della loro performance e assolutamente umani, dopo un periodo così lungo passato lontano dallo stage.
Quest’ultima canzone ha tonalità decisamente più hardcore rispetto al passato come dimostrano il sempre pesante drumming dell’indemoniato Beavis e ovviamente i distruttivi vocals di Talbot, ma nel ritornello trova lo spazio anche la melodia, disegnata dalle pur aggressive chitarre di Mark Bowen ““ oggi in completo arancione – e Lee Kiernan.
Non è da meno, per quanto riguarda l’adrenalina e la cattiveria, nemmeno la successiva “Gram Rock” con le grida furiose di Talbot che si sovrappongono all’eccitante atmosfera creata dalle sei corde e dal basso del sempre puntuale Devonshire.
Molto differente dall’originale, invece, la cover di “I Wanna Be Sedated” dei Ramones, più cupa e riflessiva e decisamente meno melodica e frenetica, anche se intensa a livello emotivo: sembra quasi che il gruppo inglese voglia prendere una piccola pausa dopo tutta l’energia proposta finora.
In seguito è la volta di “Mr. Motivator”, la seconda e ultima “premiere” di stasera dal nuovo LP, già svelata come primo singolo ancora lo scorso maggio: tutta l’urgenza del pezzo ci arriva in faccia grazie alla grintosa performance del frontman, mentre un dannato Beavis non smette mai di picchiare sul suo fottuto drumkit. Difficile poi resistere al coro: sicuramente il prossimo luglio a Padova saremo in tanti a pogare, quando la band di Bristol eseguirà questo pezzo.
Talbot si scusa per aver parlato poco durante il set, ammettendo di essere nervoso, prima di chiudere con un’inarrestabile “Rottweiler”, una vera e propria bomba con le chitarre esplosive, che vede Joe aggiungersi alla batteria di Jon durante la lunga e intensa jam finale. Poco dopo è invece Bowen a sfogare tutta la sua tensione, distruggendo la sua sei corde sul parquet della sala degli Abbey Road Studios, ma tutto risulta essere assolutamente comprensibile e umano.
Sono passati più di cinquanta minuti e ci siamo divertiti, sebbene essere a casa davanti a un monitor sia ben diverso che trovarsi in un prato o in un club di fronte a un palco: gli Idles, invece, hanno dimostrato di non aver perso un briciolo della loro grinta, della loro furia, della loro forza e della loro adrenalina e sicuramente sapranno incendiare nuovamente gli stage di tutto il mondo, non appena l’emergenza sanitaria sarà terminata.