Dopo una serie di teaser video pubblicati nei giorni scorsi i Fleet Foxes rilasciano oggi, in occasione dell’equinozio di autunno, il nuovo quarto disco.

“Shore”, che sarà  pubblicato fisicamente il 05 febbraio, arriva accompagnato da un film di 55 minuti un road movie omonimo, girato in 16 mm da Kersti Jan Werdal, che mostra i paesaggi del nord-ovest del Pacifico ed è disponibile per la visione sul sito della band (https://www.fleetfoxes.co/).

Ascolta per intero il nuovo disco:

“Shore” è stato registrato prima e durante la quarantena ad Hudson (NY), Parigi, Los Angeles, Long Island City e New York City dal settembre 2018 fino al settembre 2020, con l’aiuto dell’ingegnere del suono e di produzione Beatriz Artola. Formato da 15 brani per un totale di 55 minuti, inizialmente “Shore” era ispirato a quegli eroi musicali del frontman Robin Pecknold, come Arthur Russell, Nina Simone, Sam Cooke, Emahoy Tseguè-Maryam Guebrou fra gli altri, che nella sua esperienza hanno celebrato la vita di fronte alla morte. Vedo “‘shore’ come un posto sicuro ai margini di qualcosa di incerto, fissando le onde di Whitman che recitano “‘death’ ha affermato Pecknold. Tentato dall’avventura dell’ignoto, allo stesso tempo apprezzi il comfort del terreno stabile sotto di te. Questa è la mentalità  che ho adottato, il carburante che ho trovato per fare questo album.

Pecknold aggiunge:
Sin dall’inaspettato successo del primo album dei Fleet Foxes più di dieci anni fa, ho trascorso più tempo di quanto sia felice di ammettere, in uno stato di costante di ansia e preoccupazione. Preoccupato per cosa avrei dovuto fare e come sarebbe stato recepito, preoccupato per le mosse degli altri artisti e il mio posto tra loro, preoccupato per la mia voce e la mia salute mentale durante i lunghi tour. Non ho mai permesso a me stesso di godere di questo processo tanto quanto avrei potuto, o tanto quanto avrei dovuto. Sono stato così fortunato nella mia vita, così fortunato di essere nato con il seme del talento che ho coltivato e fortunato di aver avuto così tante esperienze fantastiche. Forse con la fortuna a volte viene anche la colpa. So di aver accolto le avversità , ovunque potessi trovarle, reali o immaginarie, in modo da temprare subconsciamente tutta questa incredibile fortuna che ho avuto. A febbraio 2020 mi sono ritrovato ancora una volta consumato dalle preoccupazioni e dell’ansia per questo album e per come avrei dovuto finirlo. Ma fino a marzo, con una pandemia fuori controllo, vivendo in uno stato fallito, guardando e partecipando alle proteste e alle marce contro l’ingiustizia sistemica, la maggior parte della mia ansia sull’album è scomparsa. Sembrava così piccola rispetto a quello che stavamo vivendo tutti insieme. Al suo posto comparve la gratitudine, la gioia di avere tempo e risorse da dedicare alla musica e una diversa prospettiva su quanto fosse importante o no questa musica nel grande ordine delle cose. La musica è sia la cosa più trascurabile che la più essenziale. Non abbiamo bisogno della musica per vivere ma non posso immagine di vivere senza. Alla luce di quello che sta succedendo è un grande regalo non avere più preoccupazioni o ansie sull’album. Forse inizieremo a parlare di tour tra un anno e le carriere musicali potrebbero non essere più quello che erano un tempo. Potrebbe essere, ma la musica rimane essenziale. Tutto ciò è stato un altro colpo di inaspettata fortuna di cui non sono degno. Sono stato in grado di prendere il timone e portare a termine l’album molto meglio di quanto avrei immaginato, con l’aiuto di tanti collaboratori incredibili, al sicuro e fortunato in questo nuovo stato d’animo.

“Shore” esce 3 anni dopo “Crack-Up” che a sua volta era stato rilasciato 6 anni dopo il precedente “Helplessness Blues” (leggi la recensione).

Credit Foto: Emily Johnston