Attiviamo il radar e scandagliamo in profondità un universo musicale sommerso. Ogni settimana vi racconteremo una band o un artista “‘nascosto’ che secondo noi merita il vostro ascolto. Noi mettiamo gli strumenti, voi orecchie e voglia di scoperta, che l’esplorazione abbia inizio (e mai una fine)”…
2017. La primavera è appena iniziata e un gruppo di Seattle pubblica il video di un brano intitolato “Lullablaze”. Lo scorrere di acque fresche di un torrente sono le prime immagini del video che è introdotto da una lunga e cupa nota di synth che dopo tre battute viene soffocata dai quattro strumenti che costituiscono l’anima e il corpo degli Antonioni.
Sarah Pasillas inizia a comporre canzoni dopo il college inspirandosi ai grandi nomi che hanno fatto la storia della regione, Kurt Cobain e Elliott Smith. Nel 2016 incontra il batterista Kyle Todaro e di li a poco si uniranno l’altro chitarrista Austin Dean e il bassista Evan Captain.
“Lulalblaze” è un singolo potente per l’energia che si diffonde dalla stupenda voce di Sarah, che malinconica e dolce nei versi assume toni drammatici e viscerali nel ritornello con le chitarre a sovrapporsi in un gioco strumentale struggente e il basso a cucire linee più melodiche con la batteria a enfatizzare i cambiamenti di energia.
La primavera, l’acqua che scorre, il viso di Sarah e il suo corpo disteso nel letto del torrente. Tutti ingredienti importanti e intriganti per una band che si affaccia sul mondo ma qui c’è anche un brano che ci colpisce al cuore, un brano dalle sfiorate sfumature grunge, un brano che parla di paure, di incubi e della consapevolezza di poter spazzare tutto via: un brano che apre il sipario dove lo spettacolo che sta per iniziare promette davvero bene.
“Lullablaze” è il primo assaggio di un EP che la band aveva registrato in quella ormai famosa primavera negli Pinehill Studios di Seattle con l’etichetta Den Tapes, meritevole di tutta la nostra simpatia per l’idea di rilanciare sul mercato l’ormai obsoleta e dimenticata musicassetta.
I brani di questo EP furono scritti da Sarah negli anni precedenti la formazione della band. I suoni sono molto grezzi ma la voce della Pasillas si evidenzia per la sua malleabilità in brani che vanno dalle ballate rock (“Love is a Landmark”, “A Line Describing a Cone) all’indie pop anni ’90 di “Virginia Jade”e “Beyond The Line”. Melodie accattivanti supportano i testi introspettivi.
Nel Novembre 2018 la band anticipa l’uscita del nuovo EP con il brano “Easy Listener”
Introdotto dalle note di un piano (a conferma di una crescita artistica) il brano subito esplode spinto da una rullata prepotente. La voce di Sarah (che notiamo spesso essere paragonata a quella di Kristine Leschper dei Mothers o a quella di Michelle Zauner dei Japanise Breakfast)) , dolce e melodica, triste e arrabbiata, lascia spazio a un crescendo con un grintoso solo di chitarra con effetti psichedelici provocati dalla eterea voce recitante di sottofondo.
Il brano è una dichiarazione: gli Antonioni sono ora una band.
Un paio di mesi dopo, siamo nel gennaio di quest’anno, ecco il secondo e atteso EP, “The Odds Were All Beating Me”, ispirato “dalla letteratura fantascientifica, da film surreali e dalle credenze personali”
Notiamo il cambio di bassista, ora Ben Dorcy si preoccupa delle quattro corde che dettano il tempo. I cinque brani fanno a pugni per farsi spazio, per mostrarsi, per apparire ed essere giudicati i migliori. Un’opera ambiziosa, la band si è decisamente spostata verso suoni più duri, un grunge psichedelico ma con una fortissima e raffinata componente melodica che si appiccica alla nostra pelle come il sano sudore di una corsa sotto il sole.
Il rincorresi di voci che si intrecciano e si accavallano in “Snow Globe” accompagnate da un calmo synth e una chitarra effettata, l’opener “Creauture Feature” con le due chitarre che dialogano come due vecchie amiche che si raccontano le loro conquiste amorose in una atmosfera quasi dream pop se non fosse per il cambio di energia e potenza, ormai immancabile, che caratterizza il suono della band. Energia e potenza che con Antonioni non si misurano in Joules, Decibel o Watt ma sono la forza sprigionata della voce e delle parole misurate in capacità di emozionare.
“Post-punk dance cut“, la deliziosa “Sutter Step” è così descritta dalla band.
“The Odds Were All Beating Me” è stato prodotto e mixato da Rick Hoag e masterizzato da Levi Seitz (Jenn Champion, Pearl Jam).
Il video di “Snow Globe” (come gli altri della band) sono il frutto della band stessa, qui diretto da Kyle Todaro, un viaggio interstellare con Sarah alle prese con la propria Odissea.
Il disco non passa inosservato e la band si fa conoscere supportando Cherry Glazerr, Winter, Great Grandpa. Spirit Award, Whitney Ballen e Jo Passed ed esibendosi nel festival locali come il Seattle’s DIY music festivals BIG BLDG BASH.
Agosto ci consegna l’ultimo singolo della band di Seattle “Mary Bell” e la notizia del passaggio alla label Lauren Records. Il brano tocca un argomento delicato che riguarda la violenza che può inaspettatamente portarci ad atti inumani e terribili come un omicidio. Sarah si chiede se questa violenza è nascosta in ognuno di noi e se un giorno, provocata, potrebbe svelarsi costringendoci ad atti così ignobili.
Il percorso degli Antonioni per ora si ferma qui. Non abbiamo dubbi che la band continuerà la propria evoluzione che si sta dimostrando costante e di qualità .
listen me little Billy
where did you go
I needed you
mostly joking watching tv
nothing ever seems to come close
some call May some call Mary
I can’t even call myself alive
but only in the sense of
living through a living hell inside
I felt so heart-attacked
I nearly collapsed
Mary Bell turned out her light
I’ve been bad
I’ve been bad
listen me little billy
where did you go
can you hear my voice
I’m calling I can’t blame you
I’d leave us too
If I had a choice
🎸Thank you everyone for checking out Mary Bell yesterday- So thankful to put new music out again! Follow us on @spotify…
Pubblicato da Antonioni su Mercoledì 12 agosto 2020