“Stankonia” è la dichiarazione d’indipendenza degli OutKast, un album ancora oggi considerato una pietra miliare da artisti di ogni provenienza. Eclettico, esplosivo, irresistibile ha dimostrato nei fatti che le vie del rap erano e sono infinite. Andrè 3000 e Big Boi avevano già dato un contributo fondamentale all’ascesa del southern hip hop con l’esordio “Southernplayalisticadillacmuzik” e il successivo “ATLiens” cambiando poi strada nel 1998 con “Aquemini”, che rendeva armoniche le differenze stilistiche sempre più evidenti tra i due (differenze che sarebbero poi aumentate negli anni successivi).
Uscito a fine ottobre del 2000, “Stankonia” era un guanto di sfida lanciato ai contemporanei e a se stessi. Chiamato come lo studio di registrazione che gli OutKast avevano comprato da Bobby Brown, rivelava l’estremo bisogno di avere uno spazio in cui creare liberamente senza preoccuparsi di tempi, soldi, etichette. Settantatre minuti in cui un Andrè 3000 sempre più frontman sgargiante e avventuroso voleva andare oltre il rap, mentre Big Boi restava vicino alle radici, alla tradizione. Il sound di “Stankonia” era frutto quindi di un’ulteriore, abile mediazione.
“Gasoline Dreams”, “Snappin’ & Trappin'” e “Slum Beautiful” risentivano ancora del periodo passato sotto l’ala protettrice della Dungeon Family, il collettivo allargato che s’incontrava in un seminterrato di Atlanta soprannominato The Dungeon per far musica nei primi anni novanta, ma gli OutKast si spingevano ben oltre. Funk e psichedelia si mescolavano all’hip hop con buona pace dei puristi e per la gioia di un pubblico ben più vasto, che ha abbracciato quest’album trascinando “Ms. Jackson” al primo posto della classifica di Billboard (impossibile dimenticare il video che spopolava su MTV).
Notevole ma non fondamentale l’apporto produttivo degli Organized Noise mentre sempre più evidente era la mano degli Earthtone III (Andrè 3000, Big Boi e David “Mr. Dj” Sheats) affiancati da Carl Mo e da uno stuolo di collaboratori (Cee ““ Lo, Killer Mike e Erykah Badu giusto per citare i più noti) in ventiquattro brani incredibilmente vivaci, melodici, dal flow veloce e frenetico. L’aggressività lasciava spazio a un lato vulnerabile non proprio inedito ma di cui il rap americano si era forse dimenticato dopo i primi esperimenti negli anni ottanta.
La ristampa uscita per celebrare il ventennale, disponibile in lussuoso doppio vinile e digitale, aggiunge a un piatto già ricco remix e versioni alternative di un certo interesse incentrate soprattutto sui tre singoli estratti dal disco. Il recupero di “B.O.B” ““ “Bombs Over Baghdad” rielaborata da Zack De La Rocha innanzi tutto, con le chitarre violentemente rock a rendere ancor più grintoso un brano dal brillante impianto funky.
Largo spazio poi a una “Ms. Jackson” riveduta e corretta da Mr. Drunk (che non supera l’originale) e allo Stankonia Mix di “So Fresh, So Clean” con Snoop Dogg. Tutto coronato dalle versioni a cappella di diversi brani. Niente male, sul serio. Non è mai troppo tardi per chiedere la cittadinanza dello stato indipendente di “Stankonia”.