Torna Juanita Stein dopo poco più di due anni dal suo sophomore, “Until The Lights Fade”: registrato all’Agricultural Audio Studio di Londra insieme al noto produttore Ben Hillier (Clinic, Elbow, Doves), il disco vede la partecipazione di suo fratello minore Joel, già con lei negli Howling Bells.
Il terzo disco della songwriter australiana è stato scritto dopo la lunga malattia e la successiva morte del padre, anche lui musicista e presumibilmente una delle fonti d’ispirazione per la sua carriera artistica: in “Snapshot” quindi Juanita si confronta con questi tristi avvenimenti e con i relativi sentimenti negativi che ne sono seguiti.
La opening-track “1,2,3,4,5,6” si apre gentile e riflessiva con toni morbidi e delicate armonie: solo nel ritornello la chitarra di Joel esplode e, insieme al potente drumming di Jimi Wheelwright, aggiunge un’inaspettata energia al brano.
Nella successiva “L.O.T.F.”, invece, si passa su territori blues e la sei corde di Stein Jr. ha totale libertà di agire e creare, mentre “Hey Mama”, coperta di malinconia, si distingue per la sua leggerezza e per la sua semplicità strumentale.
“Reckoning” poi non nasconde quella sua magia pop e quel suo senso cinematografico: sebbene anche qui le tinte rimangano piuttosto oscure e il ritmo rimanga basso, possiamo comunque notare ancora il prezioso lavoro di Joel alla chitarra e pure un inaspettato violino.
La conclusiva “In The End”, suonata con la sei corde acustica, si muove su territori country-folk e Americana con paesaggi sonori sempre più ampi, che lasciano spazio per belle armonie, mentre la voce di Juanita ci dà l’impressione di cercare di essere più positiva.
Un viaggio di poco più di trentacinque minuti che ci affascina: con “Snapshot” la Stein ha trovato il modo di lasciare uscire le sue emozioni legate alla dolorosa perdita del padre, riuscendo a costruire un lavoro elegante, variegato e piacevole.
Photo Credit: Tobias Ross-Southall, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons