Non potevamo che concludere questo piccolo viaggio nel mondo del punk con l’Italia.
Come è stato accolto il punk nel nostro paese? Quali sono le prime band e quale ricordo ci hanno lasciato? Era pronto il nostro paese alla rivoluzione del punk?
La situazione italiana era particolarmente complessa, gli anni 70 erano stati funestati da una lotta politica violenta che aveva generato un clima di tensione e da vari gruppi terroristici che avevano terrorizzato il paese intero.
Da un lato il terrorismo di estrema destra, che attuava una strategia stragista e colpiva con attentati e bombe. Iniziano il 12 dicembre 1969 quando una bomba esplode nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano uccidendo 17 persone e ferendone ottantotto e proseguiranno per tutti gli anni 70, con svariati attentati, che vigliaccamente priveranno della vita tanti innocenti: strage di Gioia Tauro (il 22 luglio 1970), strage di Peteano (il 31 maggio 1972), strage di Piazza della Loggia (28 maggio 1974), strage dell’Italicus (4 agosto 1974), e strage alla stazione di Bologna (2 agosto 1980).
Dall’altro lato l’organizzazione terroristica di estrema sinistra, Brigate Rosse, che in un confuso e anacronistico tentativo di arrivare a una insurrezione popolare che determinasse la nascita di una democrazia popolare di “stampo sovietico”, semineranno il terrore uccidendo uomini dello stato, politici (Aldo Moro il caso più eclatante) e semplici cittadini tramite rapine per finanziarie l’organizzazione, macchiandosi di tanti omicidi tra i quali l’assurda uccisione di Roberto Peci, rapito il 10 giugno 1981 a San Benedetto del Tronto e dopo un lungo e assurdo interrogatorio, follemente condannato ad una vigliacca e insensata pena di morte.
Anni difficili e complicati nei quali si susseguivano continui episodi di violenza che spesso avevano esiti fatali per qualcuno, un clima di terrore ampiamente diffuso.
In un contesto del genere l’arrivo del Punk nel nostro paese avrebbe potuto causare qualche problema, in un ambiente fortemente politicizzato la provocazione del movimento poteva essere frainteso, la stessa adozione del look tipicamente punk poteva far pensare a espressione di una idea più politica che musicale.
Non so se sarà questo uno dei motivi, ma negli anni 70 il punk italiano non avrà una dimensione musicale all’altezza degli altri paesi, sarà confuso e spesso inconcludente, non ci sarà un vero movimento e quando si esprimerà sarà quasi una macchietta che si imporrà come una moda vuota e priva di un vero e proprio contenuto.
Può essere abbastanza emblematica la partecipazione dell’esordiente Anna Oxa nel Sanremo del 1978, mascherata come fosse Siouxsie.
L’idea sembra fosse stata di Ivan Cattaneo, realizzata per presentare il brano “Un’emozione da poco” che, seppure di grande successo, non aveva niente a che fare con il look punk sfoggiato dalla Oxa.
Per i telespettatori dell’epoca questa “.. Anna Oxa a Sanremo conciata come una punk londinese”, sembrò solo una stranezza e accolta tutto sommato senza grandi scandali o conseguenze, ma anzi, aiutata anche dal suo notevole talento questa giovane ragazza ebbe subito l’attenzione di tutti.
Allo stesso tempo c’erano band che cercavano una via al punk, ma spesso nel loro tentativo di emulare la scena musicale degli altri paesi, riuscivano solo parzialmente a ricreare le alchimie e il seguito che le band avevano.
Le prime città che videro nascere band punk furono sicuramente Milano e Bologna, due città nelle quali andare in giro con giubbotti di pelle, capelli rasati e altro poteva essere abbastanza pericoloso.
A Milano troveremo alcune band che abbracceranno il movimento Punk, anche se in effetti non ci troveremo di fronte un vero e proprio movimento.
Uno di questi sono i Chrisma, composti da Maurizio Arcieri già componente dei New Dada, e sua moglie Christina Moser, il duo recupererà l’iconografia del punk, abiti di pelle, atteggiamenti provocatori e sexy, spille da balia nelle guance, e ferite autoinflitte durante i concerti, una delle quali provocò una tragicomica corsa verso una clinica svizzera per salvare il dito di Christina.
Avevano quindi messo in scena tutto il repertorio Punk, peccato che il loro album di esordio “Chinese Restaurant” non è assolutamente Punk, registrato a Londra e prodotto da Niko Papathanassiou, fratello di Vangelis, è caratterizzato da un intenso utilizzo di elettronica e un sound a tratti tenebroso e altre volte pop, presenta più che altro diversi aspetti tipici della New Wave, che a breve assorbirà e rielaborerà il punk, e in questo senso sono stati indubbiamente dei precursori.
Sempre a Milano un giovanissimo Enrico Ruggeri, fonda con alcuni amici i Decibel, e organizza un finto concerto nel settembre del 77 che attirerà tantissimi ragazzi punk nei pressi della discoteca Piccola Broadway di Milano.
Non so quanto ci fosse di studiato in questo concerto fake, ma il risultato fu che a causa dei violenti scontri tra punk e esponenti di estrema sinistra, il giorno dopo tutti i quotidiani iniziarono a parlare del punk e dei Decibel, senza che loro avessero ancora pubblicato un disco.
Questo episodio, ripeto non so a che punto consapevolmente architettato, resta simbolico perchè ha in se un po’ della natura di grande truffa del punk, e anche perchè rende l’idea del clima teso nel quale si sarebbe dovuto esprimere il provocatorio movimento punk.
Ai Decibel comunque frutterà la loro prima uscita discografica che si chiamerà proprio “Punk”, ma, anche in questo caso, musicalmente ci si muove in ambito più rock che punk, comunque, divertente da riascoltare oggi.
Tra i pezzi che si possono ricordare ancora, “Col Dito”…Col Dito” dove prende in giro il femminismo e “Superstar”, con un testo che parla di un fan che uccide il proprio idolo e sembra preannunciare la tragica fine che toccherà a John Lennon, qualche mese dopo.
Da ricordare anche i torinesi Rancid X e i milanesi Aedi, che pubblicarono un 45 giri, oggi pezzo da collezione, coverizzando l’inno italiano, con sul lato B un bel pezzo “La Bomba Atomica”, anche qui più punk and roll che punk vero e proprio.
Se ci spostiamo dalle parti della rossa Bologna il panorama punk cambia drasticamente trovando espressioni più singolari e personalizzate, e per questo più interessanti.
Prima band da citare sono i mitici Skiantos, ironici, trasgressivi, divertenti, con esibizioni decisamente punk dove tutto era concesso.
Il compianto Freak Antoni e soci faranno la storia e saranno pura creatività , svincolata da ogni riferimento musicale italiano, proponendo un rock and roll con venature blues ma dai presupposti decisamente punk.
Sempre di Bologna i Centro d’Urlo Metropolitano che poi diventeranno i Gaznevada, e saranno la storia della new wave italiana, con un pezzo che è diventato storico, si tratta di “Mamma dammi la Benza” che inneggia ironicamente alle molotov in un periodo per Bologna particolarmente intenso e difficile.
Tra le città rappresentative del punk italiano non posso non citare Pordenone, che sorprendentemente sarà il posto con un movimento più provocatoriamente e classicamente punk.
Tra le band iniziali ci furono i Tampax e soprattutto gli HitlesSS, che già solo nel nome scelto erano disturbanti, tanto da rischiare di essere linciati ad una festa dell’unità nel ’77.
Cercheranno anche l’avventura in Inghilterra, e si esibiranno in giro per Londra, come tanti ragazzi che all’epoca inseguivano il mito nella città del punk, per loro andò particolarmente male perchè vennero arrestati causa un loro concerto sotto il ponte di Aklam a Portobello Road.
Con la lenta uscita dal clima di tensione politica, a partire dagli anno 80 nasceranno le band che sono ancora oggi ricordate e presenti nell’immaginario del punk italiano, gruppi che rielaboravano il punk e che avranno la possibilità finalmente di esprimersi in modo compiuto e in locali disposti ad accoglierli.
In quegli anni vedremo nascere album ben fatti e prodotti da band iconiche come i CCCP – Fedeli alla Linea, esordio con un fantastico album punk “1964-1985 Affinità -divergenze fra il compagno Togliatti e noi – Del conseguimento della maggiore età “, e che avranno una rapida evoluzione stilistica, i Disciplinatha, i Negazione e tantissime altre band che si muovevano tra punk, hardcore e new wave, ma questa è un’altra storia.
Concludiamo qui questo piccolo giro del mondo alla riscoperta delle origini del punk, se vi siete persi le precedenti parti li troverete qui:
Le Origini Del Punk ““ Parte 1^: Stati Uniti e la città di New York
Le Origini Del Punk ““ Parte 2^ : Inghilterra e la città di Londra
Le Origini Del Punk ““ Parte 3^: Il Punk invade il mondo
Per chi vuole approfondire suggerisco queste ottime letture :
Federico Guglielmi. Punk!. Giunti 2007
Stefano Gilardino. Cento dischi ideali per capire il punk. Editori Riuniti, 2005
Legs McNeil, Gillian McCain. Please kill me. Il punk nelle parole dei suoi protagonisti. Baldini + Castoldi, 2014