Di recente il manager degli Arctic Monkeys, Ian McAndrew, ha rivelato al magazine britannico Music Week, che la band di Sheffield è attualmente impegnata a lavorare ad nuovo album, seguito della perla “Tranquility Base Hotel & Casino” risalente al 2018. Ed è proprio nel 2018 che è stato registrato questo primo album live ufficiale del gruppo “Live At The Royal Albert Hall”, in particolare il 7 giugno nella splendida venue della concert hall situata nel South Kensington a Londra.

Mixato quest’anno da James Ford (tra gli altri, Foals, Florence and the Machine, Depeche Mode, Haim, Gorillaz, Klaxons) il live – pubblicato lo scorso 4 dicembre dalla Domino Recording Company i cui proventi andranno in beneficienza all’organizzazione War Child (per i bambini colpiti dai conflitti) – ripercorre tutta l’incredibile discografia della band fino ad oggi, con un particolare accento sugli ultimi due album del gruppo.

Il brano di apertura affidato ad una meravigliosa “Four Out Of Five”, tratta proprio dall’ultimo full-length in studio,   fin da subito coinvolge e sorprende per il suo penetrante sound ma che, soprattutto, dimostra lo stato di grazia di Alex Turner e soci, a proprio agio sul palco, loro luogo naturale. Ed infatti, già  con la successiva “Brainstorm” il timbro vocale oramai maturo di Alex e le rullate micidiali di Matt Helders accompagnano i cori dei cinquemila presenti che fanno riecheggiare gli inni della band tra le pareti dell’elegante teatro londinese per tutta la durata del concerto, che ha visto il proprio picco durante le mirifiche performance di “Do I Wanna Know?”, “Why’d You Only Call Me When You’re High?”, “From The Ritz To The Rubble” e “Pretty Visitors”.

In realtà , tutte le venti tracce del disco ci regalano un ascolto emozionante, da pelle d’oca con tanto di effetto nostalgia per i momenti live che questo maledetto virus ci ha portato temporaneamente via. L’incredibile evoluzione di questa band che ha saputo con dovizia di particolari crescere album dopo album oggi, con questa deliziosa raccolta/live, non conosce punti deboli, sorretta da un’esibizione trascinante e accattivante.

E se con “Cornerstone”, mio pezzo preferito in assoluto della band, l’album live poteva anche terminare qui per l’ubertoso appagamento raggiunto, il trittico finale composto dal capolavoro “Star Treatment”, dalla tambureggiante “The View From The Afternoon” e dalla metallica e affilata “R U Mine?”, aggiunge la perfezione con la quale Alex Turner, Matt Helders, Jamie Cook e Nick O’Malley siglano uno dei migliori album dal vivo degli ultimi anni.

Grazie!