Uscito a febbraio dello scorso anno, “Stray” è il quarto album dei Bambara, che arriva dopo meno di un paio di anni dal precedente, “Shadow On Everything”.

Dopo aver scritto le canzoni, la band della Georgia, ma di stanza a NYC si è ritrovata ad Athens insieme al produttore Drew Vandenberg (Mothers, Of Montreal, Stella Donnelly, Porcelain Raft) per registrare le basi del disco, che è stato poi completato con sessioni a Brooklyn insieme ad altri collaboratori tra cui Anina Ivry-Block delle Palberta e Drew Citron dei Public Practice.

Nel corso della sua carriera il gruppo statunitense ha variato il suo sound passando dal noise-rock degli inizi a un suono post-punk che, per la sua oscurità , si puo’ avvicinare a Nick Cave: per quanto riguarda i testi, invece, i fratelli Reid e Blaze Bateh e William Brookshire sono capaci di creare nelle loro canzoni personaggi altrettanto cupi che vanno tra il surreale e il romantico e per questo ci sanno incuriosire e affascinare.

“Miracle” apre il disco con lo spoken word di Reid accompagnato da un intenso noise e da atmosfere buie e dolorose (ottime le linee di basso disegnate da Brookshire, mentre la chitarra ci porta su territori cinematografici decisamente intriganti).

Energetici riff e una linea di basso intensa accompagnano l’adrenalinico singolo “Serafina”, che racconta di una giovane donna con “odore di benzina nei suoi capelli”, sempre con colori scuri.

“Stay Cruel” riesce a sedurci con il suo senso melodico, ma è facile vedere l’oscurità  che si nasconde sotto la superficie attraverso i suoi racconti di violenza.

“Made For Me” sembra più leggera rispetto alle canzoni che l’hanno preceduta grazie all’uso dei synth e di intriganti percussioni e viaggia verso territori psichedelici, ma in realtà  la morte e il dolore sono sempre lì.

Anche la conclusiva “Machete” – almeno inizialmente ““ sembra trovare la calma, ma in seguito diventa scura e pesante, raccontando le paure e le ansie di una coppia.

Feroce, intenso, cattivo, romantico allo stesso tempo, questo quarto lavoro della band post-punk originaria di Athens ci regala una notevole esperienza sonora accompagnata da storie davvero dolorose, ma il buio come sempre affascina e conquista la mente umana.

Photo Credit: Kevin Condon