I figli della prima generazione del punk si bruciarono in fretta. Tra questi i Generation X, che sin dagli esordi si erano fatti rappresentanti del lato più mainstream e “rassicurante” della scena. Il quartetto londinese iniziò a sfaldarsi nel 1979, al termine delle registrazioni di “Sweet Revenge” (album rimasto inedito per quasi vent’anni). Eppure i litigi, le epurazioni e il flop di “Valley Of The Dolls” non furono sufficienti a buttar giù di morale Billy Idol e Tony James, unici due membri della formazione originale, che con “Kiss Me Deadly” tentarono un vero e proprio rilancio del marchio, in una sorta di reboot in chiave new wave; tanto è vero che decisero persino di accorciarsi il nome ““ da Generation X a Gen X ““ giusto per far capire a tutti che era arrivato il momento di voltare pagina. Ma solo parzialmente, però.

Perchè, in fin dei conti, con questo disco non vi fu una drammatica rottura con quanto fatto precedentemente. Vi sono tuttavia alcune peculiarità  che lo rendono un’opera unica all’interno della scarna discografia di una band che comunque, a onor del merito, non è mai rimasta aggrappata a un tipo di sound specifico. Piccole caratteristiche in grado di rendere più interessante e maturo il lavoro di un gruppo moribondo ma, paradossalmente, ancora in fase di definizione: un sentore di dub nella pulsante “Happy People”; una chitarra frippiana alla “Heroes” nella lenta e drammatica “Revenge”; il funk spigoloso e le ritmiche ossessive dei Gang Of Four nella ruvida “Poison”.

Se ascoltate con attenzione, però, vi renderete conto abbastanza facilmente che ad adombrare il percorso di crescita e sperimentazione dei Gen X c’è ancora l’immarcescibile spirito punk rock dei “vecchi” Generation X. Inteso alla loro maniera, naturalmente: ancorato alla melodia e con una fortissima attitudine pop. Una propensione al ritornello orecchiabile che si manifesta con tutta la sua potenza in “Untouchables”, “Heavens Inside”, “Stars Look Down”, “What Do You Want” e “Oh Mother”, brani tanto energici quanto catchy.

A questo nutrito insieme di canzoni appartiene senza ombra di dubbio anche “Dancing With Myself”, divenuta una clamorosa hit nella versione “pulita” ““ con il suono di chitarra e basso decisamente meno incisivo – del Billy Idol solista. L’originale inclusa in “Kiss Me Deadly”, molto più accattivante e grezza, ha la carica dell’inno punk e i ganci del singolo da alta classifica (tra il riff in apertura e i cori, c’è solo l’imbarazzo della scelta).

Il 45 giri perfetto per fare da traino all’album? Non proprio: le vendite del disco si rivelarono insoddisfacenti, l’assalto alle charts fallì clamorosamente e i Generation X (o Gen X che dir si voglia) si sciolsero definitivamente, senza troppi rimpianti nè per Idol ““ che, appena un paio di anni dopo, avrebbe sfondato con il classico “Rebel Yell” ““ nè tantomeno per Tony James, di lì a poco fondatore dei Sigue Sigue Sputnik. Ricordiamoceli così, con questo canto del cigno ingiustamente dimenticato e una “Dancing With Myself” che, ispirata a una discoteca di Tokyo dove era possibile ballare da soli davanti al proprio riflesso allo specchio, oggi potrebbe benissimo fare da colonna sonora alle nostre tristissime serate a base di distanziamento sociale, noia e malinconia.

Data di pubblicazione: 23 gennaio 1981
Tracce: 10
Lunghezza: 37:44
Etichetta: Chrysalis
Produttore: Keith Forsey

Tracklist:
1. Dancing With Myself
2. Untouchables
3. Happy People
4. Heavens Inside
5. Triumph
6. Revenge
7. Stars Look Down
8. What Do You Want
9. Poison
10. Oh Mother