Dopo le esperienze con Sammy Osman, Mr Zombie Orchestra, Collettivo Ginsberg, Tower Jazz Composer Orchestra e Alessandro Ristori, Riccardo Morandini esordisce da solista prendendo spunti dalle esperienze passate per creare un ibrido sonoro che all’orecchio si inserisce a metà tra I Cani e i Baustelle: la voce baritonale, gli sprazzi frenetici delle tastiere e il taglio pungente e ironico che emerge in parte dei testi lo rendono attuale (“Il mondo non finisce”) e lasciano adito a immaginari più ampi (“La sindrome di Erasmo”).
In tre brani Riccardo riesce a trasmettere la propria idea di musica – “Gettato”, in questo senso, sembra più un riempitivo che un’ouverture di presentazione – e la cura dei dettagli fa sì che a ogni ascolto emergano particolari nuovi, lasciando la curiosità verso nuovi lavori.