Attiviamo il radar e scandagliamo in profondità  un universo musicale sommerso. Ogni settimana vi racconteremo una band o un artista “‘nascosto’ che secondo noi merita il vostro ascolto. Noi mettiamo gli strumenti, voi orecchie e voglia di scoperta, che l’esplorazione abbia inizio (e mai una fine)”…

Davvero niente male questi ragazzi londinesi che rispondono al nome di Junodream. Ed Vyvyan (voce), Dougal Gray (chitarra), Tom Rea (chitarra), Will Ryder (basso) and Jake Gidley (batteria) si conoscono fin dai tempi della scuola e mettono in musica la loro passione per band come Radiohead, Pavement e Slowdive. Anni ’90 quindi in cima alla lista delle ispirazioni dei ragazzi, che però fin dal nome, tradiscono anche una passione per i Pink Floyd.

Alla domanda di come fosse organizzata la band in fase di creazione ecco la risposta: “Per descrivere quello che facciamo a livello di scrittura, immaginiamo un albero di Natale. Dougal è l’albero stesso, con Jake come supporto che lo tiene in piedi. Tom decora l’albero con gli orpelli, con Ed come angelo in cima. Questo non significa che questa sia sempre la struttura, ma è il nostro modo migliore per descriverla“. Già  solo per una simile analogia meritano la nostra stima.

Il primo assaggio arriva con l’ EP “Galactica” (2018), in cui gli uptempo deliziosi della band vanno davvero a richiamare magie che ci rimandano ai Radiohead. C’è quel tocco guitar-pop che si muove agrodolce, piacevole ma con una punta di negatività . La band stessa dice che i temi dell’ EP sono “Rabbia, amarezza, solitudine e apatia, il tutto mescolato con una spruzzata di sarcasmo“.

Nello stesso anno vanno sul piatto un paio di ottimi brani, ovvero la sognante e liquida “To The Moon” che sembra uscire quasi dalla penna degli Air e “Winter ’93”, decisamente notturna.


Il 2019 viene caratterizzato dall’ EP “Terrible Things That Could Happen” in cui la band lascia intravedere un amore sempre più marcato verso una popedelia psichedelica che richiama, oltre ai punti fermi già  citati, eroi come The Brian Jonestown Massacre e The Dandy Warhols.

Nello stesso anno la band piazza una carta decisamente notevole come il nuovo EP “Isn’t It Lovely (To Be Alone)” che si apre con la bellissima “Limiter”, ballata pianistica che incorpora pure passaggi e sventagliate shoegaze. “Nobody Wants You” è un vero e proprio crescendo popedelico, con il ritmo sempre vivace e poi nel finale tutto si fa ricco e accattivante, tanto quanto incalzante. I ragazzi viaggiano che è un piacere. “As Far As I See” è più cupa, intensa, ancora con questa “cappa shoegaze” che sembra ondeggiare sulle nostre teste nella parte centrale del brano. La canzone che da il titolo all’EP lo chiude in modo sublime: raffinata e dolente.

Il 2020 ci consegna la perla dream-pop “Easy Life”. Una specie di sogno ad occhi aperti, con questa dolce melodia psichedelica che ci conduce dritti a un ritornello più rumoroso e travolgente.

Il 2021 ci consegna subito il brano ritmicamente più incalzante della band, che ci riporta quasi ai Radiohead più chitarristici imbevuti di alt-rock. Un pezzo deragliante e stordente che sembra rimandare anche agli Everything Everything. La band dice così parlando del brano: “Siamo una generazione che è cresciuta con il cambiamento climatico come problema abbastanza centrale e lo abbiamo lentamente visto trasformarsi in una realtà . Non vogliamo essere una band che critica, perchè siamo colpevoli della stessa mancanza di azione come tutti gli altri. Quando si arriva al dunque, possiamo onestamente dire che stiamo facendo abbastanza? O ci stiamo solo autoflagellando sui social media?“.

L’ultimo singolo, appena uscito, è la deliziosa “Travel Guide”. Morbida ballata avvolgente che però nel finale sale di tono con l’assolo distorto di chitarra e un mare che prima sembrava tanto tranquillo e poi, improvvisamente, agitato.
Ecco come i ragazzi descrivono il pezzo: “Travel Guide” esplora il concetto di evasione con le vacanze e di turismo distruttivo. Per un breve periodo vivi una fantasia dove i tuoi problemi si sciolgono. Ma quando viaggi, scopri che le tue aspettative non sono realistiche: le spiagge e i resort non sono proprio l’isola del tesoro che avevi immaginato. è fondamentalmente un concetto triste. Sei così lontano da casa, ma non puoi ancora sfuggire ai tuoi problemi“.

Occhi aperti su questi ragazzi, qui c’è tantissimo talento!

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