Bene sin dai blocchi di partenza il primo vagito discografico di Leuca per Revubs Dischi, che con “Gandhi” fa vedere i muscoli e le idee presentandosi alla scena con un brano che risulta efficace compromesso tra più panorami diversi.

No, il Mahatma c’entra poco, con Leuca: Gandhi diventa solo l’occasione per ricordare a tutti la rivoluzione (pacifica o meno) che si scatena dentro ognuno di noi di fronte al sentimento che ci strapazza e ci rivolta; ricordarsi di avere gli strumenti giusti per reggere al colpo, ricordarsi di “essere grandi” sembra essere l’antidoto necessario ad una generazione impaurita dalla società  delle pressioni e dell’immagine, che come una spada di Damocle lascia pendere il proprio giudizio fatto di pixel e clickbait su tutti.

Per fortuna, l’autenticità  sfugge alla briglia delle “homepage” e in un brano come “Gandhi” – che presenta la germinalità  dell’esordio, certo, ma senza rivestirsi in modo osceno di luoghi comuni buoni solo ad imbonire l’ascoltatore più consumistico – fa emergere tutta la propria catartica urgenza di espressione; il piglio mainstream di Leuca permette al progetto di collocarsi tra i nomi nuovi dell’ItPop (nella dizione, c’è anche qualche eco degli Psicologi, ma forse sono più residui di brit-pop adattato al contesto nazionale…) senza però sedersi nella solita pacchiana emulazione dell’abusato: la produzione restituisce slancio ad un testo costruito intorno ad un montaggio efficace di immagini che ammiccano ai teen, certo, ma senza per questo abbassare il livello del contenuto (che c’è, e si fa sentire).

Ottimo esordio, aspettando ciò che sarà .

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