Hoorsees. Da Parigi.
Alex Delamard è il frontman di questa band che arriva al debutto con queste nove canzoni che meritano la nostra favorevole attenzione, forse per placare la curiosità  che sovente sgomita impaziente per scoprire un gruppo o un’artista che si propone da una città  così attraente. La scena parigina non è avara di band interessanti e gli Hoorsees hanno, e lo dico con un tono supponente, classe e quel pizzico di fascino che non guasta.
Sin dalla introduttiva “Overdry” ci caliamo dolcemente nella loro musica, un pop gentile, riservato e sornione, caratterizzato dal dialogo delle due chitarre che sarà  una piacevole costante per tutto l’album. La voce di Alex tende all’esaltazione della malinconia che trova in “Fuckhead” un momento sonoro tra i più brillanti del nostro viaggio parigino.

Il disco mantiene quel suono crudo   e diretto che la band aveva già  utilizzato per l’EP “Major League of Pain” uscito nell’ottobre del 2019, loro vero e proprio debutto. Non si offenderanno di certo i ragazzi in questione se con il nuovo album notiamo una decisa trasformazione, un perfezionamento nella cura dei suoni e dell’uso della seconda voce (quella femminile della bassista) che promuovono “Hoorsees” a disco maturo, solido e decisamente seducente.

Photo Credit: Lucas Martin