Chi l’avrebbe mai detto che saremmo arrivati a considerare Lucerna come uno snodo più che importante per lo shoegaze, il dream pop e il guitar-pop di derivazione Sarah Records? Ebbene si. Il merito è tutto dello svizzero Andy Jossy che, in questi anni, ha lavorato alacremente e senza grossi proclami ai suoi progetti The Churchhill Garden e The Blue Herons. Se il primo si muove su magiche coordinate dilatate e avvolgenti, il secondo è figlio di una concezione più solare e iper-melodica: in entrambi i casi la qualità  è altissima e non potevamo più nascondere la nostra ammirazione verso Andy, che si svela in questa lunga chiacchierata.

(L’intervista originale è stata pubblicata sul numero 486, Febbraio 2021, di Rockerilla)

Ciao Andy, come stai? Il 2020 è stato un anno buio e difficile per molte persone, ma per te è stato anche un periodo pieno di uscite discografiche…
Sì, è vero. Purtroppo non c’è più stato così tanto lavoro nell’azienda per cui lavoro, così, questo mi ha dato un po’ più di tempo da dedicare alla musica. L’uscita in vinile di “Heart and Soul” dei The Churchhill Garden era prevista per l’inizio del 2020, ma purtroppo è stata ritardata e ci è voluto più tempo di quanto pensassi.
Il lato positivo è che abbiamo avuto più tempo per promuoverlo, usando Facebook e Instagram. Con il senno di poi ti posso dire che forse pubblicare un album durante una pandemia non è stato il momento migliore. Purtroppo il prezzo di spedizione per le spedizioni all’estero è salito al doppio della tariffa abituale, così ho perso parte delle mie prevendite, perchè semplicemente il tutto era troppo costoso. A parte questo, sto sempre lavorando a un sacco di nuove canzoni per tutti e 3 i miei progetti.

Comincerei con The Churchhill Garden. Il titolo del disco mi pare già  una forte indicazione di quanto questo lavoro sia stato importante per te. Sbaglio?
Sì, hai ragione. Quando ho iniziato a comporre le mie canzoni, la scrittura è stata una sorta di terapia per me. Non sono un uomo di molte parole e dopo aver rotto con una lunga relazione avevo davvero bisogno di qualcosa per esprimere quello che sentivo. Una sorta di sfogo per le emozioni.
Quando lavoro sulle canzoni non penso mai a quello che sto facendo, seguo il flusso e vedo in quale direzione mi guidano le mie emozioni. Così, ci metto tutto il mio cuore e la mia anima. A volte ho creato solo spazzatura o stronzate sentimentali, e altre volte le belle melodie hanno cominciato a gravitare intorno a me.
Anche il titolo si adatta perfettamente, considerando che ho fatto questo album tutto da solo, dal lavoro grafico, alla registrazione, al mix, alla spedizione, quindi si, ci ho messo molto di me.
In Krissy ho trovato la cantante perfetta per questo progetto: è una persona spinta dalle emozioni e ha messo tutto il suo cuore e la sua anima in queste canzoni. “Heart and Soul” non è stata la mia prima idea per il titolo, ma dopo averci ripensato ho capito che era davvero perfetto.

Posso dire che con questa uscita vi si può facilmente inserire nella lista di quei gruppi che hanno reso lo shoegaze / dream-pop un genere così amato? Vi sentite pronti ad essere paragonati ad eccellenze come Slowdive, Cocteau Twins o Lush?
Beh, mi sento lusingato nel leggerlo, ma personalmente penso di essere ancora lontano dalla loro perfezione. Non solo per la qualità  delle canzoni, ma anche per la produzione stessa. Sto ancora facendo tutto da sola (a parte la voce e il mastering) e spesso penso di non avere la minima idea di quello che sto facendo veramente. Tutto si basa solo su prove ed errori. Ho un Mac, un’interfaccia e alcuni pedali. E questo è tutto. Non possiedo nemmeno un ampificatore
Non mi sento nemmeno pronto per essere paragonato con quei nomi, perchè questo mi metterebbe un bel po’ sotto pressione. Il motivo per cui tutte le mie canzoni sono e continueranno ad essere disponibili tramite download gratuito (anche se, ovviamente, sono davvero felice e grato per ogni acquisto) è che questo mi toglie proprio ogni tipo di pressione. Penso sempre – “Ehi! è gratis. Se non vi piace, andate avanti e provate un’altra canzone“.

Hai citato Krissy Vanderwoude: la collaborazione con lei è magnifica. Siete una coppia così armoniosa…
Sì, è davvero una collaborazione armoniosa. Lasciami dire che lei ha davvero amato quello che facevo musicalmente ancora prima di far parte del progetto. Ricordo si era innamorata di una delle mie canzoni strumentali chiamata “Sleepless”, sembrava proprio che questa canzone parlasse al suo cuore. Fin dalla nostra prima collaborazione su “The Same Sky” la chimica è stata perfetta e sapevamo che avremmo dovuto fare di più insieme. Non le do alcuna indicazione su come vorrei sentire la voce, così può esprimersi come vorrebbe.
Ci diamo un feedback onesto senza prenderla in alcun modo sul personale. Questo rende molto, molto facile lavorare insieme, anche se viviamo dall’altra parte degli oceani, visto che Krissy abita in America. Sicuramente, da quando abbiamo iniziato a lavorare insieme è aumentata la mia tranquillità , perchè so che, anche se una parte della canzone non fosse così perfetta, in ogni caso Krissy sarebbe capace di modificarla, riempiendola di emozioni.

Nelle ultime uscite a nome The Churchhill Garden ho notato alcune novità : la delicata magia di “We Can Dream” (un brano molto più semplice di quello a cui siamo abituati) e l’anima indie-pop di “Reality”. Sono indicazioni che qualcosa sta cambiando nel tuo approccio al suono della band?
No, non direi. Penso che siamo solo più sicuri nel voler provare cose diverse. Ascoltiamo entrambi tanta musica di generi diversi, quindi è bello provare cose nuove. Penso che la nostra preferenza vada principalmente alle canzoni più lunghe e malinconiche, quei brani che hanno bisogno di tempo per creare un’atmosfera e che dopo un minuto sei ancora ancora nell’intro. Sappiamo che questo tipo di canzoni non sono proprio radiofoniche. Sicuramente abbiamo notato molta più attenzione da parte del pubblico dopo aver pubblicato la canzone più breve e più shoegaze, ovvero Noise Ci sono state alcune persone che ci hanno chiesto se avremmo continuato a spostarci verso un suono shoegaze più classico. Ma non l’abbiamo fatto. Come ti dicevo prima, puntiamo sempre alle emozioni, così non sappiamo mai cosa ci aspetta.

Il 2020 ci ha riportato anche The Blue Herons, un progetto che sembrava abbandonato. Cosa ti ha fatto venir voglia di usare di nuovo quel nome?
Beh, il mio problema era quello di non aver trovato un cantante per questo progetto. Ho iniziato il progetto come veicolo di uscita per le mie canzoni più indie pop/jangle/guitar-pop. Nei primi tempi dei The Churchhill Garden forse avrai notato tendevo a mescolare tutto questo, ma poi, nel corso degli anni, ho voluto separare la scrittura con due progetti distinti.
Non ho mai smesso di registrare idee relative ai The Blue Herons, ma non sapevo chi avrebbe potuto cantare in queste canzoni. Quindi possiamo dire che il progetto non è mai stato realmente abbandonato, aspettavo solo di trovare la voce giusta. Nella mia testa pensavo sempre a una voce maschile, perchè queste canzoni mi davano la sensazione di richiamare band come Railway Children, Close Lobster o Pale Fountains. Ma quando ho sentito la voce di Gretchen DeVaults per la prima volta ho pensato: “Eccola!“. Immediatamente mi ha ricordato i tempi in cui ascoltavo Heavenly, Field Mice, Talulah Gosh o Sundays.

“In The Skies” e “Go On” sono canzoni magnifiche: c’è tutto il vostro amore per la Sarah Records, per il movimento C86, per il guitar-pop e il jangle pop. Posso dire che sono due delle tue canzoni più belle e melodicamente riuscite?
Sì, è vero, però lasciami dire che, rispetto al passato, questa è stata anche la prima volta che qualcuno (Gretchen, in questo caso) ha fatto una vera promozione per le canzoni dei The Blue Herons, cosa che ha cambiato le carte in tavola.
C’erano già  stati buoni riscontri per le precedenti canzoni della band che vedevano la partecipazione di Krissy Vanderwoude e Thierry Haliniak. Una cosa importante è stata anche il fatto che Marty Willson-Piper dei The Church abbia suonato nella canzone “The Way You Look At Me”: questo ha sicuramente incuriosito la gente anche solo per la sua presenza. Ma, con Gretchen DeVault, il feedback è aumentato in modo esponenziale e il suono stesso che abbiamo insieme è ben più definito.

Ma Andy, spiegami, hai un interruttore che si accende e si spegne? Come fai, con questa facilità , a passare da una banda all’altra?
Purtroppo non ho quell’interruttore. A volte inizio con un’idea felice che penso di poter usare per una canzone dei The Blue Herons e poi, in qualche modo, si trasforma in qualcosa di più malinconico: aggiungo più strati di riverbero e ho una canzone dei The Churchhill Garden. Soprattutto non è facile quando lavoro, contemporaneamente, su due canzoni per entrambi i progetti che, di solito, hanno uno stato d’animo molto diverso. Ma, dato che non siamo tutti monodimensionali e abbiamo tutti svariati tipi di sentimenti, mi piace molto il fatto che ora posso usarli per diversi progetti creativi. Lavorare sui brani dei Churchhill Garden è molto più difficile per me. Non riesco letteralmente a smettere di registrare svariati strati sonori, cercando di separare le diverse melodie e, pur dando a Krissy svariato spazio, il tutto è difficile e impegnativo. D’altra parte però, dato che non sono un buon chitarrista particolarmente tecnico, registrare tutti gli arpeggi chitarristici per i brani dei The Blue Herons mi fa spesso venire male alle mani e mi ci vogliono più momenti diversi per suonarli con precisione.

Anche con Gretchen DeVault la chimica sembra perfetta. Come lavorate insieme?
Si, è vero: Gretchen è una macchina ed è più veloce di un fulmine nella registrazione della voce. Potrebbe facilmente unirsi agli Avengers. Come con Krissy, io le mando solo la musica, lei registrano l’idea di una traccia vocale e mi manda indietro le sue diverse prove, in modo che io possa combinarle con la musica.
L’unica cosa diversa è che Gretchen suona anche gli strumenti, quindi ci sarà  una canzone, nel futuro, in cui l’idea strumentale si baserà  sulle sue idee. Anche per i Blue Herons, non do indicazioni per le melodie vocali, le lascio fare a lei.

In realtà , anche quando non sei impegnato con queste due band, pensi sempre a fare musica. Sto parlando ovviamente del progetto The Serpent Garden. Prima di tutto mi chiedo quali siano le tue altre passioni oltre alla musica e poi vorrei sapere se questo progetto (che amo molto) troverà  una continuità  nel 2021.
La mia passione, insieme alla musica, è il camminare. Non devo sempre fare escursioni in alta montagna, mi piace solo camminare. Faccio una cosa che ho chiamato “aglotrecking”: Vado nelle stazioni dei treni o degli autobus e vedo cosa c’è in partenza. Mi lascio portare da qualche parte e torno a piedi da lì. OK, sono convinto che quando lo scrivo suona strano, ma non è così! Non c’è niente che mi porti più pace interiore che camminare. Attraversare la Svizzera da nord a sud e da ovest a est. Ogni volta che ho tempo e sono dell’umore giusto lo faccio, adoro camminare. Se lo faccio sulle Alpi svizzere, spesso porto con me la mia macchina fotografica per fare delle foto.
Tornando alla musica, The Serpent Garden è un progetto che tiro in ballo quando non ho altre idee. L’approccio è solo strumentale, quindi mi riferisco ad esso come se tracciasse la colonna sonora di un film. In realtà  non lo promuovo e sono abbastanza sicuro che siano poche persone che lo ascoltano, ma carico comunque le canzoni su Soundcloud. Sicuramente ci sarà  qualcosa di nuovo, pensa che ho quasi finito due canzoni e appena che mi sentirò dell’umore giusto le terminerò.

La Svizzera è molto vicina all’Italia. Mi chiedo spesso cosa arrivi dal nostro Paese a voi, “vicini di casa”. Emerge un quadro positivo o è il contrario?
Credo che in generale la gente di qui ami l’Italia. Voglio dire, prima di tutto, è molto difficile mangiare male! L’Italia ha veramente tanto da offrire, a parte certi lidi sul mare, ma credo proprio che molte persone qui considerino il mare italiano come una delle loro mete principali. Negli ultimi anni ho potuto viaggiare in molte regioni d’Italia, ho trovato paesaggi mozzafiato, una cultura storica ricchissima e, come in ogni Paese, ho notato che le persone in città  sono diverse da quelle che si trovano in campagna. Se togliessimo le cose che non ci piacciono dell’Italia o di qualche altra nazione, beh, non sarebbe più la stessa cosa.

Grazie ancora Andy per la tua disponibilità . In conclusione, vorrei chiedervi quali sono i tuoi progetti e le tue speranze per questo 2021.
Grazie Riccardo per avermi dato questa opportunità  di presentare il mio lavoro, davvero. Ho apprezzato molto la cosa. Al momento stiamo già  lavorando su nuove canzoni per entrambi i progetti, quindi sarò abbastanza occupato con la musica, si spera.
Con The Blue Herons decideremo se pubblicare qualcosa su un formato fisico: realizzare un vinile sarebbe fantastico, ma prima devo vendere un po’ dei vinili che ho realizzato per The Churchhill Garden, in modo da recuperare un po’ dei soldi che ho speso per questa operazione. Oltre a questo, beh, penso che le mie speranze non siano troppo diverse da quelle della maggior parte delle persone: vorrei che le cose cominciassero a normalizzarsi, per poter ricominciare a uscire, ma credo che, in questo caso, dovremo avere ancora pazienza.

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