I Vergine sono Lucia Lareglia e Pierpaolo Ovarini vengono da Bologna e hanno seminato una serie di singoli ben accolti dalla critica prima di approdare nella scuderia Nufabric Records (etichetta di Hiroshi, Mudimbi, Serena Abrami, Suvari e Anna Carol) per cui ora pubblicano questo accattivante album d’esordio omonimo. Otto brani in bilico tra dream pop e elettropop con un pizzico di Italo disco mixato al punto giusto, quello dove spensieratezza e vivacità  s’incontrano.

Lareglia a voce e sintetizzatore, Ovarini a chitarra e basso si inseriscono a pieno titolo nella lunga e gloriosa serie di duo talentuosi che giocano con sfumature e citazioni, ricordando a volte Il Genio altre i Coma_Cose più recenti con un filo dell’attitudine elegante dei Chromatics che spunta in brani come “Caro Caro”, “Amore Mio” e “Viole”. Divertenti senza essere superficiali, i Vergine hanno personalità  da vendere e le idee ben chiare, un sound curato fin nei minimi dettagli.

Frizzanti come un aperitivo ben shakerato, bilanciano l’immediatezza di “Fragole” o “FioreGiallo” con testi intuitivi e ritornelli appuntiti, che vanno oltre le apparenze e l’istinto puramente pop di un progetto che vive la sua diversità  con grande naturalezza e dinamismo, conquistandosi uno spazio a suon di leggerezza e ironia.

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