In una recente intervista con la rivista Uncut, l’ex frontman dei The Jam Paul Weller ha parlato di come la musica abbia contribuito a mantenerlo sano di mente durante la pandemia in corso. Weller ha detto che senza accesso a uno studio e ai mezzi per fare musica, sarebbe finito “probabilmente in una cella imbottita“.
Weller ha anche scherzato nell’intervista, parlando di come il fare musica potesse anche servire come pausa dalla sua famiglia: “Ho fatto il disco per potermi allontanare e avere una cazzo di pausa! Ma penso di aver usato [il tempo] anche in modo saggio, sai?“.
Parlando del lockdown, Weller ha ammesso: “In realtà , devo dire che mi è piaciuto molto il primo lockdown. Per la prima volta in assoluto non potevi fare nulla, quindi non dovevi sentirti in colpa, il tempo era fantastico e non c’erano aerei. La natura era in piena fioritura e gli uccelli cantavano. Quando l’uomo scompare, la natura si riprende. Questo è ciò che accadrebbe se noi scomparissimo domani“.
L’argomento nella chiacchierata con Mojo invece si è spostato su Spotify. Weller capisce perchè i fan si abbonino, ma aggiunge che è “vergognoso” per gli artisti, fregati dai bassi tassi di pagamento per ogni ascolto.
“Non sono assolutamente a favore di Spotify. Paghi le tue nove sterline ogni mese e ascolti quello che vuoi. Ma per l’artista è una merda. è vergognoso. Ho avuto tre milioni di ascolti su Spotify per ‘On Sunset’. Per quello ho fatto novemila dollari. Va bene, sono novemila dollari, ma non sono tre milioni di sterline, no? Chiunque abbia pensato che la musica dovesse essere gratuita era un genio del marketing, perchè quel genio non tornerà nella bottiglia“.
“Fat Pop“, il nuovo album di Paul Weller, è atteso il 14 maggio.