Pur non condividendo con la geniale “WandaVision” (serie che ha inaugurato la nuova generazione di prodotti televisivi ambientati nell’universo Marvel) la complessità metacinematografica, “The Falcon And The Winter Soldier” continua l’operazione della Marvel di alzare l’asticella dei suoi prodotti e farne veicioli per messaggi e contenuti di natura non soltanto intrattenitiva.
Collegandosi direttamente non soltanto agli eventi post-blip (le conseguenze dello schiocco di vita di Thanos negli ultimi due The Avengers), ma grazie a due dei suoi comprimari più celebri anche all’epopea di Capitan America, la serie può permettersi di tirare in ballo due argomenti di scottante attualità , come la crisi dei migranti e la condizione odierna degli afroamericani.
Per i più prevedibili e citofonate, le prese di posizione della serie risultano però forti ed efficaci, specie se si pensa al grande influsso che possono avere sul pubblico più giovane.
Nonostante l’impegno sul fronte sociale sia sempre evidente e preponderante, anche la trama supereroistica trova molto spazio, con villain vecchi e nuovi che funzionano molto bene. Nel caso di Steven Walker, che poi proprio un cattivo tout court non è, la lunghezza degli episodi e il loro numero ne hanno permesso una caratterizzazione ed un evoluzione molto migliori di quanto si sia visto con gli antagonisti di numerose pellicole cinematografiche dell’universo. Inutile dire che il momento più forte e immaginifico della serie è proprio tutto suo, ma per evitare spoiler non vi dico quale.
Chi si aspettava che le scene d’azione dato il budget televisivo non sarebbero state all’altezza di quelle dei film Marvel, verrà smentito sin dai primi minuti della prima rocambolesca puntata. Forse non sono troppe, non quante ci si aspettava, ma sono assolutamente riuscite e adrenaliniche.
Personalmente avrei preferito un maggior coinvolgimento del Winter Soldier, che rispetto a Falcon ha meno minuti e storyline, ma molto probabilmente dipende dal fatto che personalmente adoro personaggi e percorsi più ambigui.