Dopo un paio di EP e cinque anni di tour arriva il primo album per il quartetto che si è formato otto anni fa durante il periodo studentesco in Normandia. Si definiscono una surf pop band e noi ci adeguiamo   a questa definizione, anche se i ragazzi normanni amano spaziare, colorando i loro brani come la cover dell’album “trattata alla maniera delle cartoline sature di colori degli anni ‘ 70“.

L’album scorre piacevolmente trovando in “A Changed Man” il brano più indovinato, una di quelle canzoni dal refrain contagioso, che arriva quasi a sorpresa inondandoci con quella melodia ruffiana. Molto interessante l’idea di chiudere il brano con quel minuto strumentale.
Quando i ritmi si alzano come in “Love Yorself II” e “In my Chest” i Rolling Blackouts Coastal Fever bussano alla nostra percezione , mentre chitarre malinconiche si mettono in mostra in pezzi come “Farewell”. In “Upside Down” ci imbattiamo in un altro brano dall’alto tasso melodico con coretti e marcetta che non possono che ricordarci i Fab Four. Chitarre suadenti ci corteggiano in “Around Me” e “Say Something” si accontenta di una voce, una chitarra acustica e un’elettrica nel finale per regalarci qualche minuto di pura intimità . Chiude la dolce e avvolgente “Back Home”, giusta conclusione di un album carico di morbide suggestioni.

Un album onesto e sincero. I Beach Youth meritano la nostra approvazione.

Credit photo: Adrien Melchior.