La maledizione dei Queen: amati dal pubblico, disprezzati dalla critica. “A Kind Of Magic”, il loro dodicesimo album, esce a neanche un anno di distanza dalla trionfale performance al Live Aid. Un evento storico che permette al quartetto britannico di elevarsi a leggenda. Dal successo, già  ampiamente consolidato, si passa al vero e proprio mito: milioni e milioni di cultori della musica pop si inchinano dinanzi alla grandiosità  di Freddie Mercury e compagni. E le riviste di settore? Neanche per sogno: il gruppo continua a essere il nemico numero uno del buongusto. Una minaccia per l’intero universo rock da abbattere a colpi di contumelie, maledizioni e recensioni negative.

“A Kind Of Magic” fa il pienone di bocciature. Alcuni non ne apprezzano il sound pesantemente sintetico; altri ancora storcono il naso al cospetto di un disco “ibrido” ““ in parte pura raccolta di inediti, in parte colonna sonora del primo “Highlander”. In effetti, la scarsa coesione nello stile dei brani in scaletta rappresenta un grosso punto debole per l’intera opera.

Pur non abbandonando davvero mai i binari del radio-friendly, i Queen non rinunciano a frequenti cambi di pelle e, di conseguenza, a qualche piccola sorpresa non sempre gradita. E così, giusto per fare un paio di esempi, si passa dal synth-pop gelido e cattivo di “Don’t Lose Your Head” alle calde e accorate note della maestosa “Who Wants To Live Forever”, celeberrima ballad che mette totalmente in ombra gli altri due momenti soft dell’album, ovvero le super-melense “One Year Of Love” e “Pain Is So Close To Pleasure”.

E per quanto riguarda il lato più genuinamente pop di “A Kind Of Magic”? La band non bada a spese e ci rifila delle clamorose hit: “Friends Will Be Friends”, un bell’inno all’amicizia dal sapore tipicamente queeniano, e la raffinata title track, impreziosita dall’incalzante giro di basso di John Deacon e dagli stratosferici interventi solisti della chitarra di Brian May.

Sembrerà  paradossale, ma i veri gioielli di un disco così sfrontatamente commerciale appartengono alla sfera hard & heavy. Un classico del calibro di “One Vision”, con quel suo riffone ignorante che si stampa in testa sin dal primissimo ascolto, suona leggero come una piuma se confrontato con le tamarrissime “Gimme The Prize” e “Princes Of The Universe”, talmente potenti ed esagerate da sfiorare a più riprese i confini del metal.

Credo che nessuna delle due tracce, entrambe inserite nella soundtrack di “Highlander”, sia mai stata eseguita dal vivo. Anche perchè con il tour promozionale per “A Kind Of Magic”, terminato il 9 agosto 1986 con un affollatissimo concerto a Knebworth Park, finisce la carriera live dei Queen. Con il lento peggiorare delle condizioni di salute di Freddie Mercury, quella “specie di magia” che i quattro riuscivano a sprigionare sul palco si spegne definitivamente.

Data di pubblicazione:  2 giugno 1986
Tracce: 9
Lunghezza: 40:42
Etichetta: EMI Records
Produttori: Queen, Reinhold Mack, David Richards

Tracklist:
1. One Vision
2. A Kind Of Magic
3. One Year Of Love
4. Pain Is So Close To Pleasure
5. Friends Will Be Friends
6. Who Wants To Live Forever
7. Gimme The Prize
8. Don’t Lose Your Head
9. Princes Of The Universe