Con questa seconda parte giunge alla conclusione la prima stagione di “Lupin”, vero e proprio kolossal di Netflix Francia e Gaumont.
Pur non di troppo, il bilancio è in fin dei conti positivo. Certamente la serie manca di profondità e ripete gli stessi meccanismi pari pari di puntata in puntata, di colpo in colpo, rasentando spesso e volentieri l’incredibilità più totale, ma grazie al faccione di Omar Sy, che oltre ad essere bravo fa tanta simpatia, porta il risultato a casa.
Come del resto ci si aspetta da produzioni di questa portata, progettate per sfondare ovunque nel mondo, la serie non si prende troppi rischi e punta tutto sulla coolness del protagonista e su un cattivo magari stereotipato, ma decisamente perfido e accattivante. In realtà tutti i personaggi, pur prevedibili nella loro caratterizzazione sin dalla prima apparizione, sono ben recitati e generano molta empatia. Sentimento che, in assenza di intrighi veramente magnetici e difficili da sbrigliare, fa arrivare a fine serie, magari facendo binge watching.