Molti gli impegni di Rostam Batmanglij da quando ha diradato la collaborazione con i Vampire Weekend per dedicarsi ad altro, dopo i successi ottenuti con “Contra” e “Modern Vampires Of The City“. Ha tenuto fede all’etichetta di produttore più ricercato e richiesto della sua generazione inanellando una lunga serie di featuring con Hamilton Leithauser, Charli XCX, Frank Ocean, Solange oltre a contribuire in modo decisivo a “Immunity” di Clairo e “Women In Music Part III” delle Haim e dedicarsi alle colonne sonore tra cui quella di “The OA”.
Il nome di Rostam insomma è diventato simbolo e garanzia, sufficiente da solo a spingere all’ascolto di un album. La sua carriera solista invece si era fermata a “Half ““ Light” del 2017 e solo ora Batmanglij ha avuto tempo e modo di rimettervi mano. Lo ritroviamo quindi che imbraccia la chitarra disteso su un tetto nella foto in copertina di “Changephobia”. Pochi ospiti, undici brani in trentotto minuti che spaziano dall’indie pop di “These Kids We Knew” con Danielle Haim alla batteria a quello venato di elettronica di “From The Back Of A Cab” con le incursioni jazz lounge di “Unfold You” accompagnate dal sassofono di Henry Solomon.
La ritmata “4Runner” brano migliore del lotto insieme alla title track e al disordine organizzato e felice di “Kinney” che ricorda i lampi d’inventiva del recente passato. Malinconica “Bio18” e sbarazzina “To Communicate”, buono il tono del finale: la cangiante “Next Thing” e “Starlight” ballata delicata suonata nuovamente con Solomon a dimostrazione che l’estro e l’istinto melodico di Rostam sono intatti.
Lodato in molte pubblicazioni per la coerenza di suono e idee “Changephobia” è innegabilmente godibile, molto più pop e accessibile di “Half ““ Light”, diverso da un passato che Rostam non ha paura di lasciarsi alle spalle. Una versione decisamente adulta di Batmanglij che sforna un disco maturo di facile ma non facilissimo consumo. Meno incisivo, esplosivo, rischioso e sperimentale dell’esordio, utile per accompagnare le prossime giornate estive.
Credit foto: Arosenworcel via Wikimedia Commons [CC BY-SA 4.0]