Foste alla ricerca di una serie leggera, di quelle da mandar giù in due o tre serate senza il bisogno di accendere il cervello, quest’estate la Netflix di casa nostra e The Jackal hanno tirato fuori una cosa dolce dolce che fa al caso vostro.
Il centro storico di Napoli e la meravigliosa Procida, che continuerò a ripeterlo fino allo sfinimento è meglio di Capri, fanno da cornice ad una storia d’amore, di quelle inevitabili, che lo sai sin dall’inizio come vanno a finrie, raccontata con tanta delicatezza e altrettanta cazzoneria.
Mettici poi l’effetto nostalgia dei copiosi flashback sul finire degli anni ’90, quelli della gloriosa 56K per l’appunto, e ti ritrovi a cantare “Come mai” degli 883 insieme ai protagonisti senza manco accorgertene.
Tra una risata e l’altra la serie si concede anche qualche riflessione su quello che la tecnologia era e quello che è diventata, su come all’epoca della 56K fosse un complemento alle nostre vite interrelazionali e sul suo prevaricante ruolo odierno.
Non aspettatevi nulla di trascendentale, alla fine si tratta solo di otto episodi lunghi mezzoretta, ben fotografati, recitati e scritti senza prendersi troppo sul serio, che scendono giù come un bicchiere di limonata. Però, in queste pigre serate di mezza estate, non si potrebbe chiedere di meglio.