Terzo album per Midwife, progetto della polistrumentista Madeline Johnston che incide anche col nome di Sister Grotto. Due proposte molto diverse ma egualmente affascinanti, sospese tra sperimentazione e ritmi sognanti, accomunate da uno stile estremamente personale che la stessa Johnston ha battezzato con un nome evocativo: heaven metal. Un misto di drone, post rock, dream pop con punte shoegaze, etereo e spettrale, doloroso e catartico allo stesso tempo.
L’esordio “Like Author, Like Daughter” ha posto le basi di un percorso che rischiava d’interrompersi l’anno scorso dopo l’uscita di “Forever”, amara riflessione sul futuro di Denver: città che Madeline ha imparato a chiamare casa ma dove si sentiva sempre meno a suo agio dopo l’incendio che ha devastato Ghost Ship, storico locale DIY cittadino, la chiusura di Rhincoeropolis, residenza artistica che offriva rifugio e supporto a quindici musicisti e la morte del caro amico Colin Ward.
L’interruzione causa pandemia del lungo tour che doveva accompagnare quel secondo, fortunato album ha spinto Midwife a rimettersi in gioco trasferendosi a San Miguel (New Mexico) dove “Luminol” è stato in buona parte registrato con l’aiuto di Dan Barrett degli Have A Nice Lif, Angel Diaz (Vyva Melinkolya), Zachary Cole Smith, Ben Newman e Colin Caulfield dei DIIV. Collaboratori fidati che entrano in punta dei piedi nel mondo creato da Madeline Johnston, scegliendo il tono e gli strumenti più adeguati alla situazione.
“Luminol” strega e ammalia con un sound minimale ed emotivamente carico, la voce spesso effettata, testi scarni, chitarre , batteria e tastiere che creano atmosfere a volte riflessive (“God Is A Cop”) altre aggressive (“Enemy”, “2020”, “Promise Ring”) con piccoli muri di suono che nascondono momenti di pura melodia, rabbia e dedizione, solitudine e desiderio che emergono tra le onde di “Colorado”, con la dolcezza di “Christina’s World” a completare il quadro. Midwife ha il dono della sintesi, non le serve molto per emozionare ed emozionarsi in un disco che cresce ascolto dopo ascolto.
Credit foto: Alana Wool