Se siete alla ricerca di un po’ di sano ottimismo ovvero ebrezza di rinfrescante positività , soprattutto in questo periodo dove le certezze sono messe costantemente alla prova, non potete fare a meno di sintonizzarvi sulle onde sonore dei Soda Blonde, i quali lo scorso 9 luglio hanno finalmente rilasciato il loro prezioso debutto. Si, finalmente perchè le aspettative erano tante e sono state soddisfatte con estrema facilità . “Small Talk” è un disco di incredibile bellezza, dodici tracce incastonate come luccicanti diamanti all’interno della tracklist nella quale non è davvero possibile scegliere il miglior brano.
Chi segue, con l’attenzione che meritano, le nostre fantastiche rubriche, di sicuro ricorderà che già abbiamo avuto modo di parlare della band irlandese in una puntata della nostra rubrica “Weekly Radar” e, in quell’occasione, abbiamo anche avuto modo di conoscere molti dei brani inseriti in questo meraviglioso disco d’esordio, che già dalle prime note dell’opener “Tiny Darkness”, assurge senza esagerazioni ad una perla nell’attuale panorama modern-pop, con la sezioni di archi in sottofondo a corredo dei colpi di synth in modalità oldies e con tanto di chorus che scatena una irrefrenabile voglia di libertà .
Il collettivo irlandese si compone della splendida e soave voce di Faye O’Rourke, alla quale si aggiungono gli ottimi musicisti Adam O’Regan (chitarra, piano synth), Donagh Seaver O’Leary (basso) e Dylan Lynch (batteria e percussioni), che sono riemersi dalle ceneri dei Little Green Cars, orfani del solo cantante Stevie Appleby, e che dal 2019 hanno rilasciato diversi ep fino a giungere alla pubblicazione di quest’opera strabiliante la quale, nel fondere elettronica, folk, pop dalle tinte eighties mette insieme dodici hit tra cui spiccano, senza dubbio, il primo singolo rilasciato dalla band “Swimming Through The Night” – con la sezione ritmica che segue l’eteree corde vocali di Faye – la languida e magnetica “Terrible Hands”, la titletrack – con un corposo e persistente giro di basso tra si stende tra note malinconiche – e, ancora, il valzer ammaliante di “Love Me World”.
La cura dei dettagli, neanche a dirlo, assume dei contorni quasi maniacali che sfociano in arrangiamenti sopraffini e miracolosi come, ad esempio, nell’acustica “I Still Have Feelings For You” oppure nel martellante binomio piano/synth di “The Dark Trapese”, una delle migliori dell’album.
In realtà , ascolto dopo ascolto si avverte la sensazione del non poterne fare più a meno, con il risultato di cambiare il proprio brano preferito come, ad esempio, potrebbe accadere con “In The Heat Of The Night” ed il suo affascinante ritornello oppure con le calde note vintage di “Try” con una sensazionale sovrapposizione di voci – che ritroviamo anche tra le drum machine di “Holy Roses” – come pure nelle note soul-fusion della bellissima “Champion Of My Time”.
“Small Talk” è senza dubbio un prodigioso esordio, profondo ed espressivo, nel quale i Soda Blonde ci regalano dodici meravigliosi inni pop che rendono l’esperienza sonora un momento indimenticabile.