Doppietta che manda KO ogni amante del guitar-pop quella piazzata dalla sempre adorabile Sunday Records. L’etichetta di Chicago infatti, nella giornata del 20 agosto, ha dato alle stampe l’album “Distant Lights” dei The Suncharms e “Lost You Long Ago” dei The Arctic Flow.
E’ sempre un piacere ritrovare le trame romantiche e malinconiche di Brian Hancheck e del suo progetto The Arctic Flow, attivo ormai dal lontano 2008. Siamo sempre in bilico tra un suggestivo tweepop che si veste di adorabili trame dream-pop. Andamenti carezzevoli e melodici, sempre misurati e con una grazia indie-pop che sfiora tanto la semplicità quanto l’incanto. Brian fa tutto da solo e lavora su pochi elementi, funzionali alla sua idea di pop, intimo e agrodolce, con i synth che giocano con dolcezza con la chitarra che trova arpeggi leggeri e quasi sospesi nell’aria. Un disco che si muove in punta di piedi e che, senza che nemmeno ce ne accorgiamo, ci rimarrà in testa.
Per quanto riguarda i Suncharms, che ci crediate o meno, si tratta del primo album. Ma non erano già attivi a fine anni ’80 inizio anni ’90? Certo, ma la band di Sheffield non aveva ancora raggiunto il traguardo dell’esordio. Consigliamo ovviamente la compilation curata dalla Cloudberry Records che racchiude i primi 2 EP della band che ora, finalmente piazza “Distant Lights”.
Marcus Palmer non perde affatto il (buon) gusto di scrivere ottime guitar-pop song, ricche di fascino classico, quello che ci fa pensare ai paladini del C86, con l’attenzione mai sopita a trame jangle-pop con la chitarra appena sporcata a dovere. Tirare in ballo la parola shoegaze non ci pare adeguato, ma la band si muove perfettamente su quella scia che si gusta l’ottimo guitar pop a cavallo tra gli ’80 e i ’90 di matrice britannica. Melodie curate, lavoro sulle chitarre ben fatto, ritmica solida e senza grossi orpelli: i Suncharms non vogliono cambiare il mondo, ma si fanno perdonare tutta questa attesa per il primo album con un lavoro onesto e ben ancorato in quel passato che gli amanti di certi suoni apprezzano. Vi risulterà impossibile non andare con il pensiero ai primi gruppi della Creation, a certi arpeggi dei Teenage Fanclub così come a carezze di casa Sarah (io per esempio penso ai The Springfields): tutto questo per dire…al diavolo l’originalità , ascoltando questo disco vi sentirete bene e rinfrancati. E questo basta e avanza.