“Become Yoursel” uscì nel 1994. E’ il quarto ed è stato, per molti anni, l’ultimo album dei Power of Dreams, la band di Dublino che fece un gran e bel parlare di sè con il debutto “Immigrants, Emigrants and Me” che, in maniera più che legittima, si può pavoneggiare per quel bell’aggettivo che si usa con parsimonia e rispetto: seminale.
Il cinquantenne Craig Walker, leader della band, vive da qualche anno a Berlino. Complice la pandemia, il trentennale dell’esordio e molto probabilmente la morte di Robbie Callan, chitarrista della prima ora, Craig è attratto dall’idea di contattare gli altri vecchi compagni e riformare la band per un nuovo album.
Nonostante la distanza (il fratello Keith vive in Arizona e Ian Olney a Londra) i tre riescono a completare l’album da remoto, sfruttando appieno le possibilità che le nuove tecnologie permettono. Personalmente trovo molto più affascinante immaginare le band che, alla vecchia maniera, compongono in sala prove o addirittura in studio di registrazione. Sicuramente il poter lavorare sui brani in momenti in cui l’ispirazione è più viva ha i suoi vantaggi, ma perdonatemi lo spirito conservatore, i momenti che i componenti di un gruppo trascorrono insieme sono fondamentali. Sono sicuro che i musicisti irlandesi non vedono l’ora di ritrovarsi per suonare questi nuovi brani nei locali, spegnendo le serate con qualche pinta di Guinness!
Prodotto da Erik Alcock (sue anche le linee di basso) e mixato da Ali Staton (suo l’apporto alle tastiere) l’album si ascolta con vivo interesse. Sin dalla opener “Doi It” si resta ben impressionati dalla linea melodica e dal perfetto gioco delle chitarre. Non sembrano affatto arrugginiti i ragazzi di Dublino.
Non hanno mai appeso gli strumenti al fatidico chiodo, sia ben chiaro. Ognuno dei componenti della band ha continuato il proprio percorso musicale con successo.
L’album è una raccolta di potenziali hit. La title track e la conclusiva “Trust” camminano ai lati del flusso tenendosi per mano, orgogliose della propria bellezza, mentre “Give Love a Chance” trascina con il suo ritmo sostenuto.
Una bella sorpresa il ritorno dei Power of Dreams, un album che cammina nei solchi ben tracciati di un indie pop d’altri tempi ma che mantiene intatto il piacere di un ascolto libero e leggero.