Ormai Blumosso da queste parti è solito passare spesso. Autore di lungo corso, Simone Perrone ne ha fatta di strada negli ultimi anni, e sa di averne ancora tanta davanti – ma poco importa, le gambe sono fatte per andare e nel caso di Blumosso la fatica ormai è diventata una conferma circa la bontà dell’impresa.
Dal nido riccioluto della testa di Blumosso venerdì 3 settembre ha visto la luce l’ultimo capitolo di un virtuale cofanetto speciale di tre pezzi al quale Simone ha dato l’evocativo titolo “Di questo e d’altri amori” (Luppolo Dischi): in primavera scorsa, “Nord-est” aveva battezzato l’esordio di un progetto diverso, vocato al minimal e al ritorno ad una certa essenzialità , che oggi trova la chiosa giusta in “TG”, preghiera laica e secolare in cerca di quella normalità eccezionale di “dalliana” memoria che Blumosso pone al centro della scrittura del trittico – oltre che, vien da pensare, come obbiettivo di una vita personale che non può che andare di pari passi con canzoni a tal punto sentite, e naturali.
Naturalezza, essenzialità , minimalismo immaginifico e disinteresse al culto delle mode e agli abusi del mercato: parole d’ordine di un approccio autorale che in “TG” trova la sua punta di diamante pur mantenendosi evidentemente su ottimi livelli lungo tutto il tracciato di “Di questi e d’altri amori“; canzoni che sanno stare in piedi da sole, senza artifici digitali e fittizi a camuffare menomazioni insanabili d’ispirazione e talento.
Qui, di ispirazione e talento ce n’è eccome, ma sembra già essere nell’aria quella sensazione che Blumosso, eccezionalmente libero come pare sentirsi in questi ultimi mesi, sia già votato verso nuove rotte e direzioni diverse. Noi di IFB, naturalmente, rimaniamo qui ad aspettarlo.
Tanto lo sappiamo, prima o poi ritornerà .
Listen & Follow
Blumosso: Facebook