Ho impiegato molto tempo per capire cosa pensavo di questo nuovo lavoro. Ammetto che Jake Bugg sia il musicista che proprio non capisco e continuo a non sopportare. In 9 anni ha fatto uscire 5 album, l’ultimo dal titolo “Saturday Night, Sunday Evening” e, ammetto, dai singoli di anticipazione ero preso molto bene.
Molto è cambiato dal suo primo lavoro in studio, “Jake Bugg”, col quale si era presentato al mondo in una veste molto più “semplice” e direi anche country. Un ragazzino che entra nel mondo discografico con un album poco originale, ma ballabile e piacevole anche da sentire dal vivo. Poi la deriva sempre più Gallagher/Miles Kane.
Con questo quinto lavoro Bugg migliora sicuramente, iniziando forse a prendere la strada giusta dell’originalità , ma sempre con quel fare da rockstar inglese che sa solo dire “fuck off”. Infatti la parabola discendente che stava seguendo la carriera, a mio parere, inizia a risalire con questo lavoro. Un mix di sound nuovi e vecchi, che a volte s’incontrano molto bene e altre volte cozzano incredibilmente.
Partiamo dai singoli rilasciati prima dell’album come “All I Need” e “Kiss Like The Sun”: sono veramente un ritorno leggero a quello che il cantante classe 1994 era e quello che sta diventando ora. Il fatto, però, è che questa volta la commistione di sound come le chitarre acustiche, drum machine e coretti viene fuori bene facendo ben sperare nel suo pubblico. Si poteva pensare ad un bell’incontro, qualcosa di veramente originale.
La deriva dance arriva con “Lost”, brano ballabile e carino da ascoltare ma che alla terza riproduzione ti fa proprio incazzare. Da questa canzone in poi, invece, tracce che non c’entrano assolutamente con l’opera completa e forse messi lì a caso per occupare spazio. “Lonely Hours” sembra una canzone dei Finley ma made in the UK. Quindi insomma non proprio il massimo. Non parliamo poi di “Screaming”, palesemente prodotta prendendo lo stile e il sound dei Catfish & The Bottlemen.
Non posso non dire che Jake Bugg sia sulla strada giusta, proprio perchè uscito in alcuni brani dalla sua deriva da ragazzetto che vuole copiare le grandi rockstar a cui si ispira. Per alcune cose, però, ancora deve capire che oramai è superato e quell’esperimento iniziale nel 2012 oramai è finito. Arriva ad una sufficienza proprio per la buona volontà nel provare a fare qualcosa che non aveva mai fatto, questo però gli dovrà servire come monito il prossimo album per fare qualcosa che lo porti di nuovo in alto e che gli faccia capire che strada prendere.
ps. la smettiamo di mettere la propria faccia sulla copertina dell’album? Una volta ok, alla quinta anche meno. Grazie.