“Badmotorfinger” uscì nel 1991, lo stesso anno di “Ten” e “Nevermind”, oltre che di “Blood Sugar Sex Magik”. E’ ovvio, quindi, che ne fosse oscurato dal punto di vista commerciale, visto che stiamo parlando di dischi che ebbero un impatto mediatico davvero molto forte e visto che il lavoro dei Soundgarden è, senza alcun dubbio, quello più metallico, torbido e inquietante.
Un album nel quale ritroviamo passaggi speed-metal assieme a divagazioni epiche di matrice hard-rock, a cavalcate heavy-metal e a tutta l’acida, estraniante ed ipnotica lentezza del doom metal. Da questo punto di vista, quindi, “Badmotorfinger” è davvero un album denso di contenuti, massiccio e cattivo, di chiaro stampo metal, ma, allo stesso tempo, capace di sfornare tre eccezionali singoli: “Rusty Cage”, “Outshined” e “Jesus Christ Pose”, mentre “Slaves And Bulldozers”, incastonata tra le tre suddette canzoni, come una rara e dannata gemma oscura, urla, rabbiosamente, dentro e fuori di noi, ricordandoci tutte le parole che abbiamo sprecato invano, tutto il sangue che abbiamo versato invano, tutte le volte che abbiamo tremato, tutto quello che abbiamo trattenuto ostinatamente e tutto quello che, invece, abbiamo liberato, perduto o semplicemente gettato via.
Le diverse atmosfere che lo pervadono rendono questo disco eterogeneo, mentre le chitarre spaziano in uno spazio indefinito e senza confini, passando da pesanti trame sludge metal a riff di provenienza stoner rock e dipingendo un chiaroscuro di tonalità che possono essere oniriche e riflessive; brutali e selvagge; liberatorie ed entusiasmanti; lugubri e paralizzanti. Il tutto avviene anche grazie anche alla sezione ritmica, capace di improvvisi rallentamenti e di furiose accelerazioni, e grazie, ovviamente, alle ampie capacità vocali di Chris Cornell, alla sua personalità , alla sua potenza espressiva e sonora e alla forza con la quale quest’uomo riesce a trasmettere i propri stati d’animo, la propria fragilità , la propria umanità e il proprio malessere, a tutti coloro che si sintonizzano su quel medesimo buco nero; il buco nero al quale la band americana tentò di dare una voce, una risposta, un nome, una narrazione musicale ed emotiva, che potesse superare le pose predefinite, le pose istituzionali, le pose ritenute socialmente auspicabili e convenienti.
Pubblicazione: 8 ottobre 1991
Durata: 57:49
Dischi: 1
Tracce: 12
Genere: Grunge, Alternative-Rock
Etichetta: A&M Records
Produttore: Terry Date, Soundgarden
Registrazione: marzo”“aprile 1991
Tracklist:
1. Rusty Cage
2. Outshined
3. Slaves & Bulldozers
4. Jesus Christ Pose
5. Face Pollution
6. Somewhere
7. Searching with My Good Eye Closed
8. Room a Thousand Years Wide
9. Mind Riot
10. Drawing Flies
11. Holy Water
12. New Damage