L’anno è il 2005: il cantante e chitarrista Tom DeLonge, approfittando della lunga pausa dei Blink-182, fonda un gruppo chiamato Angels & Airwaves. Gli obiettivi della neonata band sono a dir poco ambiziosi: cucire tra loro le atmosfere dei Pink Floyd, degli U2 e dei Radiohead e innestarle su una serie di brani melodici, accattivanti e dal vago retrogusto “spaziale” da sparare nelle orecchie degli amanti del rock da stadio.

Un progetto multimediale (vedi il film “Love” del 2011) che, nonostante le buone intenzioni delle persone coinvolte, non è mai davvero decollato. Per la sorpresa di nessuno, oserei aggiungere: i traguardi fissati in partenza erano decisamente non alla portata di mano per il buon DeLonge, che avrà  pure venduto milioni e milioni di dischi in tutto il mondo ma di certo non è un novello Roger Waters. E ce lo dimostra ampiamente nelle dieci tracce di questo “Lifeforms”, di cui fortunatamente in pochi sembrano essersi accorti (almeno qui in Italia).

L’album inizia in maniera terrificante: la voce robotica che infesta l’intro di “Timebomb”, uno scialbo numero di electro-pop punk, rimarrà  viva nei miei incubi per molte e molte notti. Il tiro si rialza leggermente con le chitarre aggressive di “Eurphoria”, le suggestioni cureiane della gradevole “Automatic” e il ritmo scoppiettante della blinkiana “No More Guns”, dove ritroviamo con piacere una certa voglia di divertire e non prendersi sul serio.

Per quanto riguarda il resto, direi che è meglio stendere un velo pietoso. Poco o nulla è da salvare di questi quaranta minuti scarsi che scivolano via tra suoni sovraprodotti, ritornelli stucchevoli, banali trovate da rock radiofonico di seconda categoria e, dulcis in fundo, una marea di fastidiosissimi sintetizzatori, il più delle volte utilizzati a sproposito.

Il fascino degli strumenti elettronici è indiscutibile, ma bisogna saperli usare. E il Tom DeLonge di “Lifeforms” deve ancora farci la mano. Il consiglio per l’ex Blink-182 è quello di ributtarsi a capofitto nella ricerca degli UFO. Forse, da qualche parte nell’universo, vi sono altre forme di vita in grado di apprezzare la musica degli Angels & Airwaves. Magari qualche microrganismo privo di udito.